Frana sulla Salerno-Reggio Calabria: non è una tragica fatalità!

COSENZA – Nella notte una frana, causata dalle forti piogge di questi giorni, ha invaso entrambe le carreggiate dell’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria tra gli svincoli di Rogliano e Altilia Grimaldi, in provincia di Cosenza. La massa di fango e detriti ha investito un furgone su cui viaggiava una squadra amatoriale di calcio a 5: a bordo 6 giocatori e l’allenatore. Il bilancio drammatico di questa ennesima tragedia è pesante: 2 morti, un ferito in gravi condizioni e 2 feriti in modo lieve.
E potrebbe non essere definitivo, perché per il momento soltanto la carreggiata nord è stata liberata dai detriti.
Tragedia sfiorata anche in un’altra località della provincia cosentina: due persone sono rimaste ferite, per fortuna in modo lieve, mentre, a bordo delle loro automobili, stavano attraversando un ponte sul fiume Crati che è improvvisamente crollato a causa dell’esondazione del fiume.
Il presidente dell’Ordine dei geologi della Calabria, Paolo Cappadona, ha dichiarato: "Più volte abbiamo lanciato l’allarme sulla devastazione del territorio calabrese, ma nessuno ci ha mai ascoltato. Ed ecco cosa succede. Quello che è successo la scorsa notte è da terzo mondo. In Calabria c’è un territorio devastato, ma ogni volta che cerchiamo di sensibilizzare le istituzioni ci scontriamo con un muro di gomma".
Sul caso è intervenuto anche il presidente della Regione Agazio Loiero: “L’autostrada Salerno-Reggio Calabria è un caso nazionale, e infatti io l’ho sollevato non più di due mesi fa. Però, in questo momento ci sono dei morti. Ci sono delle famiglie… E dunque, io non voglio farne una questione che possa suonare in qualsiasi modo strumentale. Prima di ogni altro discorso, è giusto capire bene che cosa è successo. Certamente, ci sarà il tempo di fare anche altre considerazioni".
Non si preoccupi, Loiero, ci pensiamo noi a farle, queste considerazioni. Perché il tema della sicurezza stradale è diventato, negli ultimi mesi, uno dei cavalli di battaglia della politica nostrana, ed è stato affrontato, in modo assolutamente bipartisan, con l’idea che tutto si risolvesse con l’introdurre pene draconiane per chi viola il codice stradale e con l’abbassamento dei tassi alcolemici consentiti.
Invece è a tutti evidente – per chi abbia qualche dubbio, si faccia un giretto in motorino in via Bonanno – che il problema principale in Italia non consiste tanto nei comportamenti personali alla guida, ma nella totale incuria in cui lo Stato – in tutte le sue emanazioni, dal governo nazionale alle amministrazioni locali – ha lasciato la rete stradale. Incuria che in Calabria va a sommarsi al problema della criminalità organizzata che, con la connivenza o l’attiva partecipazione della politica, va ad aggiudicarsi gli appalti, speculando ai danni della collettività sulla sicurezza del territorio.
Capiamo che spendere i soldi pubblici nelle opere di manutenzione della rete stradale e nella sicurezza idrogeologica del territorio paghi meno, in termini elettorali, che spendere cifre colossali in grandi opere inutili e ad alto impatto ambientale, o sperperare miliardi di euro per togliere l’ICI sulle prime case dei ricchi – infatti si dovrebbe parlare delle prime ville, o dei primi attici – o per preservare l’italianità di Alitalia. E capiamo anche che con le grandi opere qualcuno ci fa un sacco di soldi, mentre con la piccola manutenzione i profitti per i grandi imprenditori del settore sono minori. Però, come diciamo a Pisa, a noi ci importa anche una sega.
Andiamo dunque a vedere, ad esempio, la legge 126/08, e come il governo ha predisposto la copertura economica del taglio dell’ICI sulle prime ville – quasi 4 miliardi di euro regalati a chi non ne ha bisogno -, della detassazione degli straordinari e dei premi di produzione – in un periodo di crisi economica è veramente da incompetenti non capire che vanno piuttosto finanziati gli ammortizzatori sociali – e della rinegoziazione dei mutui sulla prima casa – in realtà una vera truffa ai danni dei mutuatari.
Tralasciando gli innumerevoli tagli all’istruzione, alla cultura, alla spesa sociale e per l’integrazione dei migranti, alla sicurezza sul lavoro e negli edifici pubblici, alle politiche ambientali, riportiamo brevemente quelli che riguardano la sicurezza stradale e del territorio. I dati sono espressi in milioni di euro, suddivisi di anno in anno. Dobbiamo per forza di cose racchiuderli in una tabella, ma invitiamo a leggerla, e a guardare poi un telegiornale, per vedere con che faccia i giornalisti e i politici osano parlare di tragica fatalità. Non c’è neanche bisogno di commentarli, questi numeri, perché parlano da soli.
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