Fascisti oggi, tra poltrone e spranghe. Il caso del consigliere comunale pisano Diego Petrucci

34 anni, avvocato, faccia da bravo ragazzo. È stato eletto a Pisa, una delle roccaforti di quella che era la “rossa” Toscana, fra le fila di Alleanza nazionale, e attualmente è in forza al Popolo delle libertà. Ma chi è in realtà Diego Petrucci? Breve viaggio nella galassia della destra pisana e non solo.

In Italia esiste e non è mai morto un nutrito gruppo di squadristi ventennio-style, pronti a picchiare e ad attaccare ciò che non corrisponde alla loro (assai ristretta) visione della vita. Basta guardare su http://isole.ecn.org l’archivio delle aggressioni fasciste aggiornato periodicamente, per rendersi conto della situazione.

A Pisa da qualche tempo la questione assume connotati inquietanti. Dopo anni di quasi totale assenza di qualsiasi raggruppamento che si muovesse al di là della destra-in-doppiopetto di Alleanza nazionale, grazie soprattutto alla reazione che tutta la popolazione ha sempre opposto a qualsiasi rigurgito dei nostalgici di Salò, da qualche tempo anche in questa città storicamente antifascista si notano segnali preoccupanti: dalle minacce accompagnate da svastiche sbombolettate sui muri dei luoghi del movimento pisano, alla bombetta fatta esplodere nel giardino dello Spazio antagonista Newroz, al fuoco che ha distrutto il portone della sede di Rifondazione comunista.

Vale la pena allora ricordare la coincidenza temporale in cui fatti di questo genere, inauditi finora in una città dalle combattive radici antifasciste, hanno cominciato a diventare quasi una ripetitiva routine: da quando cioè il consigliere comunale Diego Petrucci (Pdl) ha sdoganato i fascisti a Pisa. Non parliamo di quei quattro gatti di Gioventù italiana, che come turisti alla torre pensano di fare ogni tanto una capatina in città a strillare i loro “boia chi molla”, e vengono puntualmente e opportunamente ricacciati indietro dai cittadini pisani. Parliamo di chi in questa città pensa (o spera) di aver messo solide radici.

Anche a Pisa c’è una sede di Blocco studentesco, il gruppo da cui provenivano i picchiatori di Piazza Navona, l’avanguardia studentesca del fascismo nostrano. Sono diventati abbastanza conosciuti da quando i video e le foto scattate durante gli scontri a Piazza Navona (petto in fuori, pancia in dentro, posa marziale, mascella quadrata, teste rasate, ridicole spranghe tricolori in mano) hanno fatto il giro delle televisioni all’ora di pranzo. La sede pisana, che Blocco studentesco gestisce insieme a Laboratorio99 (altra emanazione petrucciana, di cui parleremo oltre) e Amore per Pisa, si trova davanti alla Questura in via Lalli, e la sua apertura fu annunciata in pompa magna dalla Nazione il 4 settembre scorso. Nell’articolo era il consigliere comunale in forza al Pdl Diego Petrucci ad annunciare alla stampa che il locale avrebbe dovuto servire come riferimento per la vendita di libri usati agli studenti. In realtà un’attività del genere non sembra sia stata mai avviata, e le pareti del locale servono solo come vetrina per i manifesti contro i matrimoni tra gay, oppure per quelli inneggianti allo stesso Petrucci, e per gli articoli di giornale che parlano delle sue gesta.

Quasi contemporaneamente sono comparsi a Pisa gli annunci della formazione del nucleo pisano di un altro gruppo neofascista, Casapound, di cui Blocco studentesco rappresenta l’emanazione studentesca. Casapound e Blocco studentesco, secondo diversi osservatori del fenomeno, sono le punte di diamante della riorganizzazione neofascista in chiave giovanilista e populista. Le due formazioni infatti si sono improvvisamente fatte portatrici di sacrosante rivendicazioni sociali quali il diritto alla casa e all’istruzione (particolarmente rilevante in questo senso il goffo tentativo di abbracciare la protesta studentesca dei mesi scorsi) con l’unico intento di ottenere strumentalmente consenso e approvazione.

E, come se niente fosse, è notizia di qualche mese fa che il Comune ha assegnato alla stessa associazione che condivide lo spazio di via Lalli con i fascisti di Blocco studentesco, Laboratorio 99 (nel cui comitato di direzione figura Diego Petrucci), l’uso della palestra delle Scuole medie (!) Fibonacci, intitolata per l’occasione all’eroe pugilistico del Ventennio fascista, Primo Carnera. Da una parte le associazioni che utilizzano in orario non scolastico le palestre delle scuole sono moltissime, ed è il Comune a gestire e regolare la concessione degli spazi. Dall’altra un gruppetto fascistoide riesce, nonostante la propria inconsistenza rispetto a tante altre associazioni, ad ottenere l’uso di una palestra non solo situata in pieno centro cittadino, ma addirittura a pochi metri dalla propria sede politica. La relazione tra questi due fatti e il fatto che Petrucci è consigliere comunale e allo stesso tempo all’interno della direzione di Laboratorio 99 (l’organizzazione si nasconde dietro l’associazione Icaro, quella che ha ottenuto l’utilizzo della palestra…) sembra abbastanza chiara.

Ma chi è in realtà Diego Petrucci? 34 anni, avvocato, faccia da bravo ragazzo. È stato eletto a Pisa, una delle roccaforti di quella che era la “rossa” Toscana, fra le fila di Alleanza nazionale, e attualmente è in forza al Popolo delle libertà. Il consigliere del Pdl è noto per le sue “battaglie” contro gli “stranieri” e il degrado (campagna che trova, per inciso, una sponda indiretta nella politica inaugurata dal sindaco Filippeschi – vedi le ordinanze contro i migranti e lo sgombero dei campi rom che a Pisa hanno visto l’accordo di maggioranza e opposizione e addirittura il plauso di Forza Nuova), e dal maggio scorso è il principale organizzatore di mini-mobilitazioni (e tuttavia assai “pompate” dalla solita stampa nostrana), tutte incentrate sulla paura dell’immigrato, sulla reazione sacrosanta di tutte le persone “perbene”, per la cacciata degli “stranieri” e dei “clandestini”, per la pulizia del sacro suolo nazionale e cittadino dalla feccia dei “vù cumprà”.

Ma la sua militanza politica nella destra comincia molto prima. In tanti lo ricordano durante il suo periodo “giovanile”, quando nel 2000 – militante di Azione giovani e già assessore al sociale della Giunta-ombra pisana – partecipava alle periodiche manifestazioni al cippo di Coltano. A Coltano sono visibili ancora oggi i resti di un carcere dove immediatamente dopo la fine della guerra gli americani rinchiudevano militari tedeschi e repubblichini e collaborazionisti italiani. A partire dal 1996 nella zona fu eretto un cippo di marmo a perenne memoria dai reduci di Salò, meta di un pellegrinaggio che ogni anno vedeva sfilare, sotto protezione della Celere e tra le proteste degli antifascisti, una composita fauna di nostalgici di Mussolini, dai vecchi repubblichini in camicia nera ai giovani naziskin, tra saluti romani, labari e drappi inneggianti alla Rsi: il Petrucci era fra questi.

E, per la cronaca, Diego Petrucci risulta il consigliere più votato a Pisa alle ultime elezioni, con 549 voti.

Strana commistione questa, fra appoggio all’ultra-destra e poltrona in consiglio comunale. Fenomeno di certo non nuovo: da sempre la destra in doppiopetto, quella presentabile, democratica, da un lato si comporta come forza istituzionale e dall’altro spiana la strada a movimenti e gruppi che di presentabile e democratico hanno ben poco.

E dunque, piuttosto che il curriculum individuale di un politicante in carriera il cui percorso, peraltro noto, parla da sé, preoccupa assai di più la sottovalutazione e l’assordante silenzio delle istituzioni, dei media e di buona parte dell’“opinione pubblica” italiana; preoccupa la statistica delle aggressioni, in costante crescita in tutta Italia; preoccupa la inevitabile sponda che le campagne “per la sicurezza” dei comuni di “centrosinistra” come Pisa finiscono per dare alla nuova insorgenza fascista.

Dedicato alla memoria delle vittime delle stragi nazifasciste in Toscana.

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