Pisa, 19-02-09. Mentre stiamo scrivendo di fronte all’ex-asilo in cui ancora trovano riparo le famiglie rom sfollate dal campo delle Bocchette si sta svolgendo un “presidio” della Lega Nord. L’uso delle virgolette è d’obbligo dal momento che si tratta di una decina di persone (un po’ poche per parlare di presidio) con più bandiere di loro. Vista la difficoltà fisica che comporta maneggiare due bandiere a persona, i leghisti hanno pensato bene di affiggere i loro vessilli ai cancelli dell’asilo. Alla richiesta da parte di una giovane di toglierle il più coraggioso tra loro ha risposto con offese a sfondo sessista e uno schiaffo. La tensione è tuttavia durata poco. È bastata la minaccia di una denuncia per far scemare tutto il coraggio del responsabile del gesto, che subito si è allontanato, riducendo ulteriormente il numero dei partecipanti al presidio. Al di là di queste note di colore ciò che è importante rilevare è come mentre in questi giorni si continua a parlare di strumentalizzazione da parte della “sinistra radicale” della tragica situazione che tante famiglie Rom che vivono sul territorio pisano stanno vivendo, in pochi parlano dei tentativi di strumentalizzazione da parte della destra xenofoba. Sembra quasi che Lega & co. siano felici della situazione creatasi, in quanto permette loro di dare contro a sindaci e amministratori vari, ma anche di vantarsi, come nel caso di Luvisotti, di aver finora contribuito a mantenere il territorio sangiulianese privo della presenza di rom (come se la presenza in sé di famiglie rom costituisse un problema). Se da parte delle forze di centro-sinistra si è vista la difficoltà a conciliare vocazione securitaria e necessità di rispettare i diritti umani e del cittadino, le forze di centro destra e di destra hanno da subito iniziato una campagna di odio basata sul pregiudizio contro i Rom abilmente diffuso negli ultimi mesi in tutta Italia. Da qui il presidio di oggi, un ridicolo tentativo di cavalcare paure e tensioni suscitate ad hoc. Intanto è di ieri la notizia di un appello che sta circolando tra le famiglie sangiulianesi nel quale si richiede la liberazione della struttura. È di oggi invece la notizia di un altro appello, anch’esso partito da alcune famiglie che vivono nelle immediate vicinanze dell’asilo, che auspica una soluzione di questa situazione in grado di garantire il rispetto dei più elementari diritti per le persone che adesso si trovano nell’asilo. Riportiamo di seguito il testo di questo secondo appello:
Siamo abitanti di Ghezzano, siamo uomini e donne che vedono altri uomini, donne e bambini costretti a rifugiarsi in un asilo dismesso dalle piogge torrenziali e dalle temperatura gelide. Siamo famiglie che vedono altre famiglie tentare di vivere una vita dignitosa, tentare di costruirsi una normalità i cui primi mattoni sono una casa, un lavoro, una scuola dove mandare i figli. Siamo persone che rifiutano quella terribile equiparazione tra straniero e pericolo che troppo facilmente scivola nella xenofobia e nel razzismo. Siamo cittadini che credono che “i diritti siano tali quando sono per tutti, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, come recita la nostra Costituzione. Auspichiamo che a prevalere, nel nostro territorio e non solo, siano i principi di umanità e solidarietà, e che gli atteggiamenti allarmisti e xenofobi siano sconfitti dalla ricerca di soluzioni eque, volte a consentire normali inserimenti abitativi alle famiglie dell’ asilo di via Puccini. Recita, infatti, la nostra Costituzione: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana.”