Video 1.Scontri Sapienza 2.Carica sugli studenti 3.Vergogna
Di seguito il Comunicato di Rifondazione e Giovani Comunisti/e Pisa:
Oggi pomeriggio l’Università di Pisa è stata teatro di una vergognosa repressione nei confronti degli studenti riunitisi pacificamente davanti alla Sapienza per protestare contro la presentazione del libro di Marcello Pera "Perché dobbiamo dirci cristiani" organizzata dall’associazione Laboratorio99, spesso schermo dell’attività di gruppi di estrema destra; ai ragazzi è stato prima impedito di prendere liberamente parte all’iniziativa per poi vedersi improvvisamente caricare dalle forze dell’ordine schierate in assetto antisommossa. Un gesto inspiegabile ed ingiustificabile che ha portato in ospedale almeno 7 studenti. Non è ammissibile che le forze di polizia siano usate per reprimere arbitrariamente e violentemente una corretta manifestazione di dissenso.
Lettera aperta all’università e alla città di Pisa sulle cariche alla Sapienza:
Dopo quello che abbiamo vissuto nel pomeriggio del 6 marzo davanti la Sapienza – la polizia in assetto antisommossa che carica, senza ragione e senza proporzione, alcuni studenti riunitisi per contestare la presentazione di un libro nella loro università – è difficile prendere la parola tenendo a freno l’indignazione. Ma credo vadano poste chiaramente, all’università e alla città di Pisa, alcune domande non più rinviabili.Da quando la modalità “normale” di gestire una manifestazione annunciata di dissenso verso un’iniziativa pubblica, è quella di blindare l’università e di caricare i manifestanti di un presidio che, occorre ribadirlo, non ostruiva affatto l’accesso alla Sapienza ma al massimo il passaggio ai veicoli? Forse da quando, a novembre scorso, la polizia è stata chiamata a blindare il Rettorato dove si stava approvando il bilancio dell’università? Forse da quando, in quella occasione, un rappresentante degli studenti che chiedeva il rinvio della discussione per chiarire alcuni punti controversi, è stato allontanato di peso dalla polizia entrata nella sala riunioni? Come mai, dopo il clamore iniziale, nessuno si è assunto la responsabilità dell’accaduto?Era proprio necessario, dopo le contusioni subite dai “suoi” studenti, che il Rettore partecipasse alla presentazione in programma, porgendo i saluti dell’università al senatore Pera venuto a spiegare perché dobbiamo dirci cristiani, quando a neanche cento metri la polizia aveva dato il suo personale saluto (non molto cristiano) agli studenti che manifestavano? Non è stato un gesto di grave indifferenza verso quanto succede nella nostra università e a Pisa, una pilatesca lavata di mani rispetto all’evidente bisogno di una mediazione, di una gestione democratica del dissenso alternativa alla blindatura dei luoghi e alla repressione dei dissenzienti? E come mai nessun esponente del governo d’ateneo ha sentito il bisogno di recarsi di persona sul luogo: forse perché la paura della confronto o il senso di colpa hanno inaridito ormai anche la pietas?Questo non è più il tempo della retorica degli “opposti estremismi”, delle schermaglie ideologiche, delle mediazioni di corridoio: è il tempo della chiarezza e dei fatti. Noi che nell’università ci viviamo e ci lavoriamo, spesso da precari, noi che la consideriamo un luogo aperto di confronto e dunque anche di politica, adesso vogliamo garanzie. Garanzie dal Senato Accademico che siano ripristinati spazi di vera democrazia e che si arrivi ad una assunzione pubblica di responsabilità per i fatti della Sapienza. Garanzie da tutti coloro che governano il territorio che non si tenti più di ridurre la critica, dentro e fuori le università, a questione di ordine pubblico. E che si torni a considerare l’incolumità delle persone inermi un principio inderogabile di civiltà.
Federico Oliveri, responsabile università Rifondazione Comunista Pisa
COMUNICATO OSSERVATORIO SUL FASCIMO-PISA
Con un titolo ispirato a tutt’altro che alla tolleranza, visto che proclama il dovere di essere cristiani, e con uno sponsor come il “Laboratorio99”, c’era proprio da aspettarsi che la cosa andasse a finire in crociata.
Una ragione in più per continuare a “non starci” e per essere più numerosi a fare opposizine e a resistere.
le sue responsabilità e si dimetta immediatamente"
cosiddette “forze dell’ordine” hanno caricato e picchiato a freddo e
con violenza, senza alcun motivo, gli studenti che contestavano
pacificamente la presenza di Marcello Pera. Erano anni che a Pisa non
volavano manganellate, neanche in situazioni di tensione ben maggiore. Oggi
riscontriamo in città un clima sempre più pesante, in cui sempre più
spesso le istituzioni cittadine negano il diritto al pensiero critico.
Le responsabilità più gravi sono quelle del rettore Pasquali e del gruppo
dirigente dell’Università, che negli ultimi mesi si è distinto per una
gestione autoritaria ed antidemocratica del nostro ateneo.
la sicurezza e la democrazia all’Università di Pisa è Marco Pasquali, con
i prorettori di cui si è circondato. E’ fin troppo lungo l”elenco delle
occasioni in cui Pasquali e compagnia hanno negato spazi censurando
iniziative da loro considerate, in modo del tutto arbitrario, politicamente
“scomode”, o hanno blindato l’Università chiedendo l’intervento delle
forze dell’ordine.
Il silenzio del Rettorato sui fatti di ieri non è solo intollerabile: è
la goccia che fa traboccare un vaso ormai colmo. Mentre studenti e precari
venivano malmenati in via Curtatone e Montanara, il Rettore portava il
saluto dell’ateneo a Marcello Pera; mentre le grida di indignazione
salivano dalla strada il Rettore non ha neanche sentito il dovere di
scendere le scale per sincerarsi della situazione.
corrente dei fatti, ma anzi perché era il mandante delle manganellate
della Polizia. E’ ora di rompere il silenzio. Chiediamo agli studenti, ai
docenti, al personale tecnico amministrativo, a tutta la comunità
universitaria di prendere parola: per colpa di questa gestione dell’ateneo
è a rischio la vita democratica dell’Università, luogo di confronto e di
scambio di idee per eccellenza. Da parte nostra esprimiamo il nostro
appoggio e solidarietà agli studenti dell’Onda e proseguiremo la battaglia
per rendere aperti e liberi gli spazi dell’Università, ribadendo in ogni
occasione utile una richiesta precisa: le dimissioni di Marco Pasquali.