Stamani gli studenti di Università 2.0, hanno tenuto una conferenza stampa per chiarire alcuni punti in merito alla questione delle biblioteche.
Innanzitutto hanno letto i primi risultati del questionario che hanno fatto compilare tramite alcuni banchini messi di fronte alle più grandi biblioteche d’Ateneo.
Per adesso, ma non è ancora chiusa la raccolta, i questionari sono più di 500 e da tutti questi esce un dato incontrovertibile: Gli studenti vogliono il serale, soprattutto nei periodi d’appello d’esame, essendo Aprile uno di questi periodi, non si capisce il perchè della sospensione di tale servizio per tutto il mese.
Tale sospensione che si estenderà dal 2 aprile al 2 maggio, è stata giustificata, da parte sia della dirigenza d’Ateneo sia da parte delle varie strutture, sulla base di una proposta studentesca, portata avanti nello specifico dai rappresentanti di due liste.
Università 2.0, vuole dunque rendere evidente come certi meccanismi della rappresentanza siano tesi a legittimare le manovre del Rettore e del direttore amministrativo, anzichè preoccuparsi delle reali necessità e aspettative degli studenti.
L’intervento poi degli studenti si è rivolto alla persona del professor Barbuti, delegato del rettore, a capo dell’organo di indirizzo e controllo del sistema bibliotecario.
In questi ultimi giorni il professor Barbuti ha inviato una mail diretta ai rappresentanti degli studenti negli organi, per convocare uno di loro alle sedute del comitato di indirizzo e controllo.
Questo il comunicato inoltrato dagli studenti in merito a questo fatto specifico:
Come studenti e precari intendiamo rispondere chiaramente alla proposta che il prof. Barbuti, come coordinatore del sistema bibliotecario di ateneo, ha avanzato ai rappresentanti degli studenti negli organi centrali. La proposta consiste nella possibilita, per un solo studente, di partecipare alle sedute del Comitato per dare un contributo su specifici argomenti che riguarderebbero i "soli studenti". Riteniamo in questo momento la proposta inaccettabile per i seguenti motivi:
– da più di un mese si stanno riunendo assemblee pubbliche partecipate da studenti, ricercatori e personale delle biblioteche che hanno fatto emergere la necessità di un dibattito pubblico e di una soluzione partecipata al problema della destrutturazione del sistema bibliotecario;
– queste assemblee chiedono la convocazione di un senato accademico straordinario aperto a tutte le componenti interessate, soprattutto a quelle che non hanno una rappresentanza, ma che proprio per questo motivo non possono essere scavalcate nei meccanismi decisionali. L’allargamento della discussione non può essere rivolto ad un solo studente, la cui nomina peraltro non è chiara nelle modalità.
– la richiesta di un senato accademico straordinario non è contrattabile con proposte al ribasso che in questo momento hanno solo valore di facciata e mirano a dare all’istituzione universitaria un appiglio per potersi fregiare di una falsa democraticità.
Ribadiamo quindi, in accordo con le assemblee pubbliche sopraccitate, la necessità di un senato accademico straordinario e l’apertura di un confronto pubblico e trasparente in cui tutti possano dare il proprio prezioso contributo.
Gli studenti hanno chiuso la conferenza stampa, mandando un messaggio proprio al prof. Barbuti. Il professore è invitato all’assemblea pubblica sulle biblioteche che si svolgerà martedì 7 aprile alle 21.00 a Palazzo Matteucci, in modo da poter chiarire a tutti, quali sono le strade che a fronte dei tagli l’Ateneo vuole percorrere.
In ultima istanza, tutti i soggetti promotori dell’appello, che da giorni gira su internet e che è già a quota 500 firme, ovvero i dottorandi, gli specializzandi, i precari della ricerca e della didattica, gli studenti e i lavoratori strutturati ed esternalizzati delle biblioteche, chiedono che il Professor Barbuti si faccia promotore insieme a loro della richiesta di un Senato Accademico pubblico, allo scopo di permettere a chi prende le decisioni (tra cui lui) di illustrare il nuovo progetto sul sistema bibliotecario e chiarirne le ragioni, e di lasciare a tutti i soggetti interessati la possibilità di intervenire dando il proprio prezioso contributo.
Questo ovviamente se il professore vuole davvero un momento di confronto aperto, altrimenti può continuare a chiamare i rappresentanti di quelle liste studentesche che si impegnano a fare proposte consone alle volontà del direttore amministrativo e del Rettore.
Vinz
vedi anche: Che succede nel democratico Ateneo pisano?