Regolamento sugli spazi universitari: i comunicati

Riportiamo di seguito i comunicati diffusi da Rebeldia, Rifondazione Comunista e Sinistra Per, relativi alla recente approvazione del regolamento per la concessione degli spazi universitari.
Il comunicato di Sinistra Per:
 
Spazi regolati, spazi per tutti
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Il Senato Accademico del 6 marzo scorso ha finalmente approvato il regolamento per la concessione degli spazi. Questo regolamento costituisce una grande conquista per Sinistra Per…:
lottiamo infatti da anni per regolare la concessione degli spazi.
Crediamo che stabilire criteri uniformi, validi per tutto il corpo
accademico e soprattutto per gli studenti, sia il modo migliore per ottenere un accesso veramente aperto alle strutture del nostro Ateneo, e per riempirle con iniziative extradidattiche che possano valorizzare l’impegno e gli interessi di studenti ed associazioni.

Queste sono le novità del regolamento:

 

  1. il regolamento concerne tutti gli spazi
    direttamente gestiti dall’amministrazione centrale (principalmente il
    Polo Carmignani e il Polo Porta Nuova ma anche altri); ma costituisce
    la base su cui si può ispirare la concessione degli "spazi di facoltà";
  2. la concessione avviene a titolo GRATUITO per: Studenti, docenti e personale;
    le associazioni che hanno ottenuto fondi di finanziamento
    dall’Università per le proprie attività; le associazioni che abbiano
    almeno un rappresentante degli studenti;
  3. la concessione è a titolo gratuito anche per gruppi di soli 15 studenti;
    questa è una CONQUISTA FONDAMENTALE, perchè permette anche a chi non ha
    legami con i rappresentanti degli studenti di avere accesso agli spazi
    del proprio ateneo;
  4. le spese di portierato riferite ad
    iniziative studentesche saranno coperte a spese dell’Ateneo; un altro
    elemento che rafforza la gratuità dell’accesso agli spazi; unici
    soggetti che dovranno pagare queste spese sono quanti realizzano
    iniziative attraverso i fondi universitari per le attività studentesche;
  5. l’Ateneo si impegna a promuovere corsi di formazione di personale di sicurezza e anti-incendio;
    ciò significa che anche gli studenti potranno acquisire le competenze
    per poter poi vigilare in modo autonomo sulle proprie iniziative.
  6. sono
    previste modalità uniformi per la richiesta e la concessione degli
    spazi (modulo di domanda, termini); ciò permetterà di avere più
    certezza ed eliminare ogni possibile privilegio ingiusto, favorendo
    l’accesso per tutti.

Sinistra Per… ha sempre creduto che gli spazi universitari debbano essere vivi anche oltre gli orari di lezione.
Noi studenti dobbiamo poter riempire di iniziative ed eventi tutte le
strutture dell’Università, per promuovere da protagonisti la vita
sociale e culturale del nostro Ateneo, e quindi della nostra città.
Questo regolamento, alla cui stesura Sinistra Per… ha contribuito in
modo decisivo, costituisce un enorme passo avanti in questa direzione. Avere spazi regolati significa avere spazi per tutti, senza arbitrii o privilegi.

Rivendichiamo questa convinzione, vogliamo condividere con tutti voi questa vittoria.

 Il comunicato di Rebeldia:

 

Regolamento spazi universitari: La chiusura dell’Universita’
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L’approvazione all’unanimità del regolamento sulla concessione degli
spazi universitari sancisce la definitiva chiusura dell’Università alla
città, con l’aggravante -a nostro avviso- dell’approvazione da parte
anche della componente studentesca, sia in CDA che in Senato
accademico. Il suddetto regolamento impone infatti, per l’utilizzo
delle strutture universitarie da parte di associazioni non
studentesche, il pagamento di esose tariffe, con l’aggravante di non
fare alcuna distinzione neppure tra associazioni senza fini di lucro e
imprese commerciali.

Tra gli esempi più eclatanti ricordiamo la
richiesta di 2.000 euro per l’utilizzo del polo Carmignani per una sola
giornata. Questo regolamento costituisce la formalizzazione della
chiusura dell’università alle tematiche di interesse cittadino e a
tutti i contributi culturali che ne possono derivare. Si consolida così
l’idea di un’università intesa come luogo privato, staccato dalla
città, che l’amministrazione centrale può gestire a proprio piacimento:
un’amministrazione che, invece di tagliare sprechi e privilegi basati
su rapporti baronali, vuole risanare i propri bilanci in rosso facendo
cassa anche sulle associazioni che reclamano il loro diritto di
accedere a un luogo pubblico che ogni cittadino ha il diritto di
utilizzare. Negli anni passati abbiamo assistito a tentativi di censura
e chiusura degli spazi universitari, come nel caso dell’Apartheid Week
organizzata dal gruppo pisano del BDS quest’anno, o il dibattito sul
G8 di Genova l’anno scorso, poiche’ "temi sensibili" non potevano
essere trattati dentro l’Universita’. Rifiutiamo totalmente questa
impostazione, che riteniamo inaccettabile: l’Universita’ e’ invece il
luogo per elezione per affrontare tali questioni: terreno di incontro e
confronto, e non può arroccarsi nella sua torre d’avorio sorda
a cio’ che accade nel mondo attorno a se’.

Invece di tentare di valorizzarlo, si decide di ignorare il fatto, per
nulla scontato, che i deboli e sottili legami tra la città e
l’università sono costituiti in gran parte da quelle associazioni,
studentesche non per statuto ma di fatto, per la loro composizione. Al
contrario, si propone una gestione degli spazi universitari totalmente
chiusa su sé stessa, con un forte sapore autoreferenziale.

Del tutto assurda è infine la discrezionalità lasciata al solo
rettore, non si sa in base a quale criterio, di concedere a titolo
gratuito gli spazi dell’ateneo, neanche ne fosse il proprietario.

Da anni Rebeldia conduce una battaglia contro questa modalita’ di
gestione degli spazi, e al contrario cerca ed ha sempre cercato di
liberarli e renderli il piu’ possibili disponibili per tutti. La sua
storia nasce proprio dalla riqualificazione e liberazione di spazi
abbandonati dall’Universita’, per i quali sono ancora in corso
procedimenti penali, su cui nessuna voce si e’ alzata dall’ambito
universitario per rivendicare l’importanza di quei percorsi. Anzi.

Rilanciamo pertanto un’idea di università realmente pubblica, libera e
organica alla città, che sia spazio di dibattito e confronto tra tutte
le componenti accademiche e cittadine, che dia il suo contributo alla
formazione di una cultura realmente critica e diffusa a tutta la
comunità.

Lanciamo un appello a tutte le associazioni cittadine, studentesche e
non, perché facciano sentire all’Università la propria contrarietà
a questo regolamento. Invitiamo inoltre le liste studentesche a
ritirare il prima possibile il loro appoggio a questo regolamento,
rompendo ogni forma di complicità con qualsiasi documento che limiti la
possibilità di fruire l’Università, da parte di tutti.

Laboratorio delle disobbedienze Rebeldia

 

Il comunicato di Rifondazione Comunista:

Riapriamo gli spazi universitari ai precari e alle associazioni no profit della città di Pisa

 

Rifondazione
Comunista non condivide l’idea di Università che emerge dal nuovo
Regolamento per la concessione degli spazi dell’ateneo da parte
dell’amministrazione centrale.

Tra
i soggetti legittimati a richiedere spazi gratuitamente non figurano i
ricercatori, i docenti e i tecnici-amministrativi precari, che pure
costituiscono quasi la metà dei lavoratori della nostra università, ma
solo il «personale di ruolo». Alle discriminazioni di salario, di
riconoscimento e di prospettive di vita, si aggiunge ora per i precari
anche quella di non poter utilizzare gli spazi della propria università
come gli altri colleghi, salvo pagarli profumatamente e garantirli con
un’adeguata cauzione.

Dovranno
pagare – da un minimo di 200 euro per l’Aula 9 di Porta Nuova ad un
massimo di 700 euro per l’Aula Magna del Polo Carmignani, al giorno –
anche quei «soggetti esterni all’università» costituiti dalle tante e
vitali associazioni senza fini di lucro o dalle dinamiche realtà di
movimento che animano la nostra città. Una scelta dettata, più che
dalla finalità di fare cassa, da una vera e propria paura che
l’Università di Pisa sembra avere per il confronto e la contaminazione
proficua con il mondo circostante.

I
pochi elementi positivi presenti nel Regolamento, come la possibilità
che 15 studenti richiedano spazi senza dover appartenere a liste
studentesche con rappresentanti eletti o ad associazioni studentesche
finanziate dall’ateneo, non possono essere barattati con questa forte
regressione culturale nel modo di intendere l’università, che da spazio
vivo e vitale aperto a tutti diventa sempre più isola ideale, elitaria
e autoreferenziale, da cui va tenuta lontana ogni ombra proveniente
dalla sua base, invisibile e sfruttata, o dalle contraddizioni della
società.

Per
questo chiediamo all’intero mondo universitario e ai rappresentanti
degli studenti che hanno sostenuto e alla fine approvato il
Regolamento, sia pure votando contro il tariffario per i soggetti
esterni, di sostenere le seguenti due modifiche: che tra il personale
dell’università abilitato a richiedere gratuitamente gli spazi siano
inseriti i precari della didattica, della ricerca e del settore
tecnico-amministrativo; che le associazioni senza fine di lucro siano
incluse tra i soggetti legittimati a richiedere spazi gratuitamente,
senza alcuna discrezionalità da parte del Rettore.

Invitiamo,
infine, tutti a vigilare affinché la disposizione che attribuisce al
Rettore il potere di «revocare la concessione per sopravvenute,
eccezionali e motivate esigenze istituzionali o attinenti la sicurezza
e l’ordine pubblico» non diventi un facile alibi per impedire lo
svolgimento di manifestazioni scomode o comunque non gradite.

Pisa, 7 aprile 2009

Partito della Rifondazione Comunista

Dipartimento Università e Ricerca

Federazione di Pisa

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