I Cobas sulle modifiche del nuovo regolamento urbanistico a Sant’Ermete

Riportiamo di seguito l’ntervento dei Cobas in merito al nuovo regolamento urbanistico. Nello specifico il sindacato parla delle modifiche che avverrano al quartiere popolare di Sant’Ermete e chiedono di tornare a discutere del progetto, con i diretti interessati, ovvero i cittadini.

S’Ermete e regolamento urbanistico: tutelare gli abitanti delle case popolari

Gli abitanti del quartiere di S. Ermete sono direttamente interessati dal Nuovo Regolamento Urbanistico con alcune modifiche strutturali di non poco conto.
Ricorderete le denunce di Unione Inquilini, Cobas e Rifondazione sul degrado del quartiere, sulla necessaria rimozione di strutture in lamiera da anni abbandonate, sull’ampliamento dell’area verde specie sotto il cavalcavia con recupero di alcuni terreni ad uso popolare (orti per esempio), sul recupero del vecchio chiosco da trasformare in centro sociale (argomento su cui l’Amministrazione non ha mai fornito alcuna risposta) Il Comune oggi ammette che le case popolari sono "le più bisognose di interventi di ristrutturazione" e propone un loro abbattimento e successiva ricostruzione (dagli attuali 204 appartamenti arriveremo a circa 270) Sorgono spontanee alcune domande:
– dove finiranno gli abitanti del quartiere tra l’abbattimento delle attuali case e la costruzione delle nuove?
– I Costi saranno a carico del Comune e come sarà possibile spostare centinaia di persone considerato il fatto che ci sono bambini in età scolastica (e la scuola è a due passi), anziani con problemi di salute, lavoratori….?
– E quei pochi proprietari di casa, come saranno tutelati?

Ci sono poi intervent previsti dal Regolamento che ci lasciano alquanto perplessi, per esempio nell’ Area vicino alla ferrovia di Sant’Ermete verrà realizzato un sottopasso carrabile fino al Cimitero, uno sottopasso di cui gli abitanti non sentono alcuna necessità e con gli stessi soldi si potrebbero aumentare le aree verdi e gli interventi sociali.

Crediamo opportuno posticipare il termine ultimo per accogliere obiezioni alle varianti urbanistiche, il percorso di confronto democratico non c’è stato, la stragrande maggioranza della popolazione non era neppure a conoscenza delle assemblee, bisogna cogliere e sviluppare le proposte degli abitanti del quartiere e non calare sulla loro testa il progetto. Si torni quindi nelle case popolari a discutere del progetto e registriamo la disponibilità degli uffici comunali (ma i politici???)
Bisogna entrare nel merito delle questioni e coinvolgere la popolazione del quartiere che si augura possa scaturire da questo Regolamento un miglioramento delle loro condizioni di vita , un quartiere migliore con verde e progetti sociali.

Confederazione cobas

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