Milano, pronto lo sgombero di via Senigallia. I migranti occupano i binari, la polizia carica

La scorsa settimana l’ennesima occupazione a scopo abitativo mossa da parte di centinaia di migranti dell’hinterland milanese. Questa mattina è arrivata puntuale l’ombra dello sgombero dello stabile occupato a Bruzzano: un ingente schieramento di forze dell’ordine è giunto stamane sul presto in via Senigallia, permane l’ordine di sgombero entro la serata. Polizia e carabinieri presidiano il posto.
Dentro la palazzina rimangono 200 rifugiati e rifugiate. Un altro centanaio di persone sono invece in strada, a loro non viene permesso di ri-accedere allo stabile, al quale sono giunti di corsa alla notizia dell’arrivo della polizia. Diversi compagn* sono presenti in solidarietà con i migranti.
Nella mattinata la tensione si è ulteriormente alzata dinnanzi al perdurare del diniego di accesso alla struttura per i migranti rimasti fuori, i quali vogliono ricongiungersi con i loro amici e parenti rimasti nei locali dell’occupazione. Il gruppo si è quindi diretto verso la vicina stazione ferroviaria di Bruzzano, occupando per protesta i binari: chiedendo di poter tornare nella palazzina, di aver garanzia sulla loro sorte, il che non può che inizialmente passare per la rinuncia delle autorità cittadine allo sgombero. Le forze dell’ordine hanno quindi caricato i migranti, sgomberandoli dai binari.
Rifugiati e solidali sono quindi tornati dinnanzi allo stabile occupato, pronti ad aprire una vertenza per far conoscere la questione alla città di Milano, denunciando come la giunta Moratti – De Corato si rifiuti di dar assistenza ai rifugiati politici in fuga da fame e guerra, omettendo quello che per le istituzioni sarebbe un obbligo sancito dai trattati internazionali. Il comune vuole procedere allo sgombero, disponibile solo a concedere palliativi.
I rifugiati e le rifugiati di via Senigallia sono determinati nel rimanere in occupazione nello stabile, chiedendo che le istituzioni diano garanzie sulla loro destinazione futura, stanchi delle tante promesse e prese in giro ricevute in occasione delle innumerevoli mobilitazioni di lotta autonoma portate avanti negli scorsi anni per veder rispettati i loro diritti.
 
Fonte foto: www.repubblica.it
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