Questione biblioteche, duri tagli da parte delle facoltà. Lettere capofila

Piove sul bagnato e c’era da aspettarselo. Dopo i tagli alle biblioteche ad opera dell’amministrazione centrale dell’Ateneo, che ammontano al 25% circa dei fondi destinati al mantenimento delle strutture (acquisto libri, riviste cartacee, prestiti interbibliotecari e servizi vari), arriva adesso il momento delle facoltà.
Ebbene sì, dopo i "tagli centrali" adesso è il turno dei "tagli locali".
La prima facoltà a dare notizia di un taglio netto è proprio la roccaforte umanista di Filosofia e Storia, alla ribalta della cronaca, proprio in questo periodo, per la chiusura di alcuni corsi di studio durante il prossimo anno. Un esempio per tutti, il corso di cinema musica e teatro, che non è supportabile secondo i criteri del decreto 270 (stabilisce il rapporto numero docenti/sostenibilità del corso).
Il quadro che esce è di una facoltà alla deriva, visto che nell’ultimo consiglio di facoltà sembra sia passata a votazione, con un solo contrario (un docente, presidente della biblioteca di filosofia e storia) un taglio del 100% sui contributi della facoltà alle biblioteche. Zero contributi per quest’anno, un altro duro colpo per le strutture bibliotecarie. Anche la Facoltà di Ingegneria non è da meno: quest’anno taglierà del 70% i contributi alla biblioteca. Nel frattempo sembra che anche le altre facoltà, come Scienze e Scienze Politiche, vogliano seguire l’esempio.
Tornando a lettere, i contributi di questa facoltà non erano diretti solo alla biblioteca di Filosofia e Storia, ma anche a biblioteche "minori", non certo per importanza, come quella di Storia delle Arti e le varie sedi che costituiscono i centri di Lingue e Letterature Moderne 1 e 2, tra cui importanti luoghi come Anglistica e perfino la sede di Antichistica in via santa Maria .
Prendendo ad esempio la struttura di Storia delle Arti, in questa biblioteca è stato stimato che il contributo che arrivava dalla Facoltà di Lettere riguardava il 40% del totale. Se sommiamo anche il taglio del 25% ad opera dell’Ateneo arriviamo drammaticamente al 65% di fondi in meno rispetto all’anno scorso.
Per la biblioteca di Filosofia e Storia, parlando in cifre, 32.000 euro erano i soldi ricevuti l’anno passato dalla facoltà, mentre quest’anno, per decisione del consiglio, tale cifra viene annullata.
Queste notizie sono di quelle che fanno tremare i palazzi, le prospettive acquistano una drammaticità che va oltre i comunicati pubblici di un Ateneo in difficoltà, che prova delinquenzialmente a nascondere le percentuali dei tagli. Adesso c’è la corsa ad assicurarsi fondi dai dipartimenti, unico modo per supplire ai tagli delle facoltà.
Sempre Lettere lamenta il fatto che probabilmente non riuscirà a sostenere le spese per il prossimo semestre. La prospettiva sembra essere quella di non riuscire nemmeno a pagare le docenze a contratto per chiudere l’anno accademico. I soldi richiesti dalla facoltà all’Ateneo – dicono da Palazzo Ricci – prima sono stati assicurati e poi ridotti in fase di assegnazione. Tutto questo succede proprio alla vigilia dell’assegnazione effettiva dei fondi alle biblioteche e in vista dell’assestamento di bilancio che avrà luogo a Giugno. C’è da chiedersi, dunque, se questa non sia un’arma politica che i presidi vogliono giocare contro l’Ateneo, in modo da costringerlo a stanziare più fondi per le proprie biblioteche, rispetto a quanto è già stato stabilito dal bilancio previsionale. Ovviamente nessuno vuole rimanere indietro, dunque scatta la gara tra umanisti e scienziati, chi applicherà più tagli lamentando scarsità di fondi, in modo da costringere l’Amministrazione centrale a dare di più per il proprio orticello?
Ovvia considerazione è che in questo gioco chi ci rimette sono in primis le strutture, intendendo con questo soprattutto chi ci lavora per mandarle avanti, e in seconda istanza chi le frequenta, tra cui gli studenti, sempre pronti a vedersi aumentare le tasse a fronte del peggioramento e della costante riduzione dei servizi.
In tutto questo sembra, tuttavia, che le facoltà siano obbligate a versare proprio una parte della contribuzione studentesca alle biblioteche, cosa che dovrà dunque fare, obbligata dal regolamento, anche la facoltà di lettere.
Questi tagli significano soprattutto una cosa: meno acquisti di monografie, ovvero riduzione letale della linfa stessa che sta alla base di queste molteplici strutture sotto costante attacco da varie parti del mondo universitario.
 

Vinz

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