Taranto ferita non si arrende: “Da qui non passerete!”.Corteo indetto per il 9 maggio

Riportiamo di seguito l’editoriale apparso su "Taranto Oggi" e firmato da Gianmario Leone, in merito ai fatti avvenuti presso il “C.S.O.A. Cloro Rosso” nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio. Più in basso riportiamo anche il comunicato che indice un corteo per ribellarsi a quanto è successo, corteo che avrà luogo il 9 maggio alle 15.00, con partenza dal "Cloro Rosso" e arrivo in piazzale Bestat. Per mandare adesioni al corteo: manifestazione9maggio@gmail.com

Di qui non passerete!

Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare. (M. Foucault)

Nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio, sette pallottole hanno rischiato di scrivere la parola fine alla breve vita di Riccardo, un giovane di appena 18 anni di Taranto. Così come un coltello ha rischiato di sfregiare per sempre il volto di un altro ragazzo della nostra città, Davide. Ma le armi usate la scorsa notte da alcuni vigliacchi incappucciati all’interno del “C.S.O.A. Cloro Rosso”, avevano ben altra finalità. E il messaggio, fin troppo chiaro, risiede tutto nella frase pronunciata dagli stessi aggressori poco prima che scattasse la rappresaglia armata: “Qui comandiamo noi!”.

Sarebbe semplice e forse anche fin troppo comodo, archiviare l’episodio come un gesto teppistico di stampo mafioso di un paio di giovani nostalgici della Taranto che fu. Quando sul finire degli anni ’80 e agli inizi degli anni ’90, la mafia lasciò sulle strade della nostra città oltre 100 morti. Non si tratta solo di questo. Per capire a fondo quanto accaduto l’altra notte, si dovrebbe provare a guardare con obiettività quello che è oggi la nostra città. Dilaniata da oltre tre anni da un dissesto senza eguali in Europa (si badi bene, in Europa non in Italia), avvelenata da più di quarant’anni dai fumi e dalla diossina di un’industria senza scrupoli, macchiata da un passato sociale tutt’altro che radioso, abbandonata da migliaia di giovani tarantini in cerca di belle speranze nelle città e nelle università del Nord Italia. Ma il cancro peggiore di cui soffriamo, non appartiene a nessuno di questi fenomeni socio-economici, su cui ci si potrebbe affannare a discutere per giorni. Tutt’altro. I conti dobbiamo farli con noi stessi e la nostra mentalità. Il nostro modo di vivere, o forse sarebbe meglio dire, di sopravvivere accontentandoci di quello che c’è. O di quello che ci danno gli altri. Invertendo i fattori, ahimè, il risultato non cambia.

Proviamo, per un solo momento, ad essere seri ed onesti con noi stessi: tutti quanti, dai politici ai giornalisti, dagli intellettuali alla gente comune, ai tanti giovani che qui sono rimasti: quanti di noi prima dell’altra notte erano a conoscenza che a Taranto ci fosse un centro sociale chiamato “Cloro Rosso”? E quanti di noi, consapevoli dell’esistenza di questa struttura, prima delle pallottole dell’altra notte, erano informati sulle attività svolte dai ragazzi di quel centro occupato da più di un anno oramai? Nemmeno la metà. E’ questo il vero problema.

Mi viene da sorridere nell’ascoltare e leggere, sin dal giorno dopo, gli infiniti messaggi di solidarietà piovuti da ogni parte ai ragazzi del Cloro Rosso, sullo “spiacevole e quanto mai vergognoso episodio accaduto l’altra notte”. Sfido chiunque a sfogliare i quotidiani locali dall’8 marzo del 2008 (data dell’occupazione dell’ex scuola “Martellotta”) al 30 aprile del 2009, nel cercare articoli o approfondimenti o interviste che si occupino di questa nuova realtà cittadina. Non ne troverete. Al massimo, vi imbatterete in poche righe in cui personaggi politici locali alquanto discutibili, provino penosamente ad infangare il centro sociale e i giovani che vi sono dentro. Dopo di ciò, il vuoto più assoluto. Perché? Perché noi questo siamo. E’ inutile girarci intorno e prenderci in giro. Tutti sanno dove si trovano i ristoranti e i posti più in di Taranto. Dove ci saranno le serate così dette “fashion”, dove trascorrere le serate nella più totale ma finta spensieratezza dei tempi che corrono. E del Cloro Rosso e delle tantissime associazioni presenti sul nostro territorio che da anni provano a rendere migliore questa città? Ah, bhò. Di questi non è dato sapere.

Eppure. Eppure nella nostra città ci sono queste realtà di cui si parla solo quando organizzano qualche evento degno di nota, ai quali i giornali dedicano poche righe per poi scordarli nel dimenticatoio. E alle quali i nostri politici, prendendo esempio da quelli che risiedono sugli scranni più alti della politica, partecipano quando sono certi di poter apparire e trarre un effimero vantaggio propagandistico. Senza tralasciare ovviamente che “ci impegneremo affinchè tutto questo continui ad essere una realtà della nostra città”! Il copione è sempre lo stesso, potete impararlo a memoria anche voi.

E invece, anche nella nostra Taranto, c’è un gruppo di giovani che possiede degli ideali in cui crede fermamente e che, rimboccandosi le maniche e con coraggio, ha scelto di dare una forma concreta e visibile alle proprie idee. Quando proprio un anno fa di questi tempi, mi recai per la prima volta da giornalista al Cloro Rosso per intervistare i ragazzi del centro e informarmi sulle loro intenzioni, mi accorsi subito di avere di fronte a me giovani con dei valori e con tanta voglia di fare. Quel giorno c’erano anche Riccardo e Davide. Con i loro occhi vispi e accesi e con la loro voglia di lottare. Ci fu un piacevole scambio di idee e uno sprono reciproco nel far sì che quella realtà appena nata potesse continuare a crescere giorno dopo giorno. E così è stato.

Il Cloro Rosso oggi è una realtà della nostra città. Fatto di giovani tarantini che hanno rimesso a nuovo una struttura comunale decadente e che oggi possiede anche una biblioteca e una palestra fruibile per chiunque. Ma non solo. E’ una struttura composta da giovani che si sono dati un obiettivo ben preciso: combattere per il miglioramento della vita di Taranto e dei tarantini. Nessuno escluso. E le loro armi di lotta, non sono e non saranno mai le armi. Né pallottole, né coltelli. Questi ragazzi posseggono delle armi che non si possono comprare, né distruggere. E queste armi si chiamano Idee. Che comportano sacrifici, piccole vittorie e piccole sconfitte. Ma questi ragazzi ci sono, lottano e vivono ogni giorno fianco a fianco di chi ignora la loro esistenza. E che continueranno ad andare avanti sulla loro strada come e più di prima.

“L’essenza dell’ottimismo non è soltanto guardare al di là della situazione presente, ma è una forza vitale, la forza di sperare quando gli altri si rassegnano, la forza di tenere alta la testa quando sembra che tutto fallisca, la forza di sopportare gli insuccessi, una forza che non lascia mai il futuro agli avversari, il futuro lo rivendica a sé”. (D. Bonhoeffer) Perché il messaggio deve arrivare forte e chiaro a tutti. A chiunque con mezzi leciti o meno, pensi di poter eliminare la realtà del “C.S.O.A. Cloro Rosso”. Chiunque voi siate e ovunque vi troviate, sappiate semplicemente una cosa: “di qui non passerete”!

Gianmario Leone

Comunicato dal "C.S.O.A. Cloro Rosso": 

Sono passati pochi giorni dalla notte tra il 30 Aprile e l’1 Maggio, dalla notte in cui al Cloro Rosso si è sparato. Ci sembra ancora assurdo come da una banale rissa si sia passati alle pistole. Quella notte, non è stato colpito solo il Cloro Rosso e i 150 ragazzi che vi erano dentro, quella notte è stata colpita tutta la città.
Questo è un episodio che sarebbe potuto succedere ovunque, al centro sociale come in discoteca o in un bar, e per un qualsiasi motivo, magari per un’ incomprensione o per un parcheggio. Questa possibile strage, per quanto assurda, ha tante spiegazioni: è figlia di una città in cui la povertà diffusa, la mancanza di cultura, di lavoro e di prospettive hanno portato a far vigere la legge del più forte, della prevaricazione e dell’arroganza. E’ una città in cui già a vent’anni si può non aver più nulla da perdere. Le condizioni socio-economiche non permettono a tanti ragazzi di costruire un futuro e purtroppo neanche di immaginarlo. Colpa di tutti, nessuno escluso. Colpa delle istituzioni che troppo spesso hanno dimenticato chi nel 2009 vive ancora in quartieri ghetto, abbandonati a se stessi e ai mille modi per arrangiarsi, spesso illegali, per sopravvivere. E questa lotta alla sopravvivenza ha fatto passare in secondo ordine l’illegalità, la differenza tra il giusto e il sbagliato, tra il bene ed il male. E’ colpa di una città costretta a diventare menefreghista ed individualista, in cui non c’è nè la voglia nè la possibilità di pensare al bene comune, alla società nella sua interezza, alle esigenze dei tanti, e non solo alle proprie.

In questo anno di vita, il Cloro Rosso ha cercato di creare una nuova idea di città, di socialità e di aggregazione. Un’idea che si basa sulla cultura diffusa ed accessibile a tutti, sull’autodeterminazione , sull’aggregazione come necessità e che faccia di un centro sociale, come di un qualsiasi altro spazio autogestito, una risorsa per tutti in cui migliorarsi, crescere e conoscere giorno dopo giorno. Il cloro rosso vuole essere un luogo attraverso cui sviluppare quel processo di emancipazione di cui tutta Taranto ha bisogno. Quello che è accadutola notte del 30 Aprile non possiamo accettarlo con indifferenza o riducendo il tutto ad una bravata. Ora è forte l’esigenza di alzare la voce, insieme a tutta la città, per dire che c’è anche una Taranto che si ribella al modo di vivere basato sulla prevaricazione, la violenza e le pistole. Sentiamo quindi l’esigenza di lanciare per SABATO 9 MAGGIO un corteo che attraversi tutta la città e che ribadisca che questo episodio non fermerà la nostra voglia di immaginare una Taranto migliore, una vita migliore, un futuro migliore per tutti/e. Non basteranno 7 colpi di pistola a fermare le nostre idee e le nostre pratiche di vita quotidiane.

Questo corteo lo dobbiamo a Riccardo, che a soli 18 anni sta vivendo un esperienza cosi forte, lo dobbiamo a tutti quei ragazzi della città e non solo che hanno creduto e credono nel progetto del Cloro Rosso e che in tutti questi mesi hanno attraversato con gioia quegli spazi arricchendoli con le proprie esperienze, pensieri ed emozioni. Lo dobbiamo a tutti quei cittadini che non vogliono vivere in una città in cui basta un nulla per ritrovarsi con una pistola puntata in faccia…

Chiediamo quindi che ci sia una risposta forte, vera, unanime da tutte le forze civili e democratiche della città , ci rivolgiamo quindi a tutti i cittadini , a tutte le esperienze di spazi autogestiti cittadini e non, a tutte le associazioni, i partiti, i sindacati e le istituzioni che si sentono colpiti anch’essi, come Noi, da quei maledetti 7 colpi di pistola e che hanno deciso di reagire e di non avere paura ma di voler dimostrare che ci sono delle idee e dei sogni che non si faranno spezzare da chi con odio ed ignoranza ha cercato di ucciderli.. Con il Corteo del 9maggio vogliamo aprire uno spazio di confronto e dibattito sulla realtà che si vive oggi nei quartieri di Taranto e sulla necessità di far vivere esperienze di autogestione come il Cloro Rosso, che ancora posto sotto sequestro, dovrà, quanto prima, essere restituito alla città e a tutti/e i/le ragazzi/e che quotidianamente ci lavorano. Gesto importante, che auspichiamo, dopo questa brutta esperienza, è che le istituzioni riconoscano le pratiche, le progettualità e le necessità di uno spazio autogestito come il nostro e che quindi si adoperino per l’assegnazione della ex scuola Martellotta ai ragazzi che in tutto questo anno hanno costruito quel sogno chiamato C.S.O.A CLORO ROSSO.

IL CORTEO PARTIRA’ DAL CSOA CLORO ROSSO ALLE ORE 15 E TERMINERA’ IN PIAZZALE BESTAT.

LE ADESIONI VANNO INVIATE ALL’INDIRIZZO MAIL: manifestazione9maggio@gmail.com

Questa voce è stata pubblicata in Mobilitazioni. Contrassegna il permalink.