Antimilitarismo: iniziativa contro gli F35 e le spese di guerra

Martedi 26 Maggio alle ore 21.15 avrà luogo, nell’aula magna della Facoltà di Scienze Politiche, un’iniziativa pubblica con la presenza di Fabrizio Gagnone e Oreste Strano (Assemblea No F35-Novara), Manlio Dinucci (saggista).

NO AI BOMBARDIERI F35 IN ITALIA
NO A 14 MILIARDI PUBBLICI SPESI PER LA GUERRA – CONTRO la militarizzazione dei territori, le fabbriche della morte, le guerre di aggressione, per la riconversione dei siti militari ad uso civile al fianco delle resistenze dei popoli.

2 Giugno MANIFESTAZIONE NAZIONALE A NOVARA
Autobus da Pisa. Info durante l’iniziativa.

Promotori: Comitato NoCampDerby, Assemblea Permanente Aula R, Circolo Agorà, Rete dei Comunisti Pisa, Associazione Italia-Cuba/circolo Camilo Cienfuegos Pisa

Gli F35 [info tratte da http://www.nof35.org/]

L’iter parlamentare per l’approvazione dell’insediamento, a Cameri (NO), della fabbrica della morte per l’assemblaggio degli F-35 è ormai definito. A partire dal 2010 inizierà la costruzione del capannone da cui usciranno delle macchine che verranno consegnate a diversi stati che li utilizzeranno per bombardare ed uccidere (leggi la scheda tecnica dei velivoli).
Tale impresa industriale-militare viene condotta, con ampio dispendio di denaro pubblico, dalla multinazionale statunitense Lockheed Martin in associazione all’italiana Alenia Aeronautica (del gruppo Finmeccanica) e coinvolgerà una serie numerosa di fabbriche di armi e di morte collocate qua e là sul nostro territorio. Insomma, il riarmo come via d’uscita dalla crisi economica, come con la Grande Crisi degli anni ‘30 e con la Grande Depressione di fine ‘800.

Peccato che in entrambi i casi questa strada abbia condotto a guerre mondiali. Di certo, l’impiego dei nuovi bombardieri nelle missioni “di pace” produrrà distruzione, morte e sofferenza.
Di sicuro gli F-35 sono i perfetti strumenti operativi di una sorta di gendarmeria mondiale in via di perfezionamento: una volta costruiti non faranno certo la ruggine in qualche hangar italiano o olandese, bensì saranno presto adoperati per uccidere e distruggere in svariate guerre, sia attuali sia future.
Gli F-35 ci costeranno un sacco di soldi: circa 600 milioni di euro per costruire e attivare la fabbrica di Cameri, circa 13 miliardi di euro (a rate, fino al 2026) per l’acquisto dei 131 aerei che l’Italia vuole possedere. Del resto è stato già speso o impegnato quasi un miliardo di euro. E ciò risulta ancor più impressionante se si considera la grave crisi economica in corso. Nessuno può ignorare che, con una spesa di questa entità, si potrebbero senza alcun dubbio creare ben più dei miseri 600 posti di lavoro promessi all’interno dello stabilimento di Cameri.

Si potrebbe altresì intervenire in vario modo per migliorare le condizioni di vita di tutti: per esempio ampliando e migliorando la qualità della spesa sociale, tutelando davvero territori e città (basti pensare agli effetti del terremoto abruzzese), investendo in fonti energetiche rinnovabili e ridistribuendo reddito.
E poi vogliono costruire gli F-35 proprio ai confini del parco naturale del Ticino, che dovrebbe quindi sopportare l’impatto dei collaudi di centinaia e centinaia di aerei rumorosissimi e certamente inquinanti, con le relative gravi conseguenze per la salute e la qualità della vita degli abitanti della zona, mentre si potrebbe riconvertire il sito militare ad uso civile.

Zeliha P.

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