Una bellissima manifestazione partecipata da 8.000 persone
ha percorso ieri le strade di Messina, per dire No al ponte sullo stretto, ma anche per dire come si vuole che le risorse siano impiegate. Al corteo hanno preso parte
delegazioni da tutta la Sicilia e la Calabria, con presenze anche da
altre città.
I colori erano tantissimi. Molte le bandiere rosse, ma anche bandiere gialle (di Legambiente), bandiere arancioni (dell’Orsa), bandiere bianche (quelle col panda del Wwf). C’erano poi le bandiere multicolori dell’Arci, quelle con variazioni di giallo della Cub, quelle rossonere degli anarchici, quelle con i colori della Sicilia degli indipendentisti, c’erano, poi, bandiere e magliette No Ponte di ogni tonalità.
La conclusione del corteo davanti al Municipio ha visto gli interventi di 30 rappresentanti delle varie realtà presenti. La felicità si leggeva sul viso di ogni presente. La felicità di essere proprio lì, in quel momento, e avercela fatta, nonostante il clima politico, nonostante fosse l’8 Agosto.
Zeliha P.
Comunicato della Rete No Ponte
Una straordinaria manifestazione No Ponte partecipata da 8000 persone ha percorso oggi le strade di Messina. Al corteo hanno preso parte delegazioni da tutta la Sicilia e la Calabria, con presenze anche da altre città. Nel corso del comizio finale sono intervenuti circa 30 rappresentanti delle varie realtà presenti.
In questi mesi di preparazione del corteo qualcuno ci aveva consigliato di lasciar perdere, di non rischiare, perché il periodo non era adatto, perché il clima politico non era adatto, perché era difficile confrontarsi con la straordinaria manifestazione del 22 gennaio 2006. Come se il successo di quella iniziativa potesse essere un’ipoteca per le mobilitazioni successive. Ma evidentemente abbiamo avuto ragione ad insistere, perché coglievamo sul territorio ed, in generale, nel movimento la necessità di ridare voce e corpo ad una istanza, quella contro il ponte, che è anche il simbolo di tutte le lotte contro le devastazioni territoriali.
Il ponte sullo Stretto è un disastro economico e sociale prima ancora che ambientale e paesaggistico. Produce danni anche oggi che i cantieri non sono stati ancora avviati in quanto copre il vuoto di qualsiasi politica che pensi al futuro del nostro territorio e del Sud in generale.
Per questo la nostra lotta è diventata vertenziale. Non è più solo un No.
Noi vogliamo che le risorse pubbliche preventivate per il ponte vengano spese per la messa in sicurezza sismica delle nostre abitazioni, per il riassetto idrogeologico del territorio, per il potenziamento del trasporto pubblico nello Stretto.
Per questi motivi siamo in piazza oggi in questo atto che è un nuovo inizio del movimento.
Lavoreremo fino alla fine perché la scelta dell’avvio dei lavori rientri ma se dovessero dare il via alla cantierizzazione noi saremo lì per contrastarli.
Questa grande manifestazione ci dice che possiamo fermarli. E lo faremo.
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15 Maggio, 2009