Orrori di stampa: Vigili e giornalisti uniti, in nome del Sindaco e dell’ordinanza antiborsone

Alcuni giorni fa abbiamo pubblicato un articolo riguardante un operatore sociale, denunciato, che cercava di difendere alcuni senegalesi dai modi non proprio gentili di due zelanti vigili.La scena è quella di due vigili che arrivano e prendono a calci il materiale esposto da queste due persone, che commettono il grave crimine di provare a vendere due cianfrusaglie per tentare di campare in un paese che è tutt’altro che accogliente, aldilà di quello che poi dice il nostro premier in terra africana.
 
L’operatore, ma più semplicemente un ragazzo, interviene invitando alla calma, dato che nessun rapinatore o pazzo omicida è in giro. Viene dunque minacciato, denunciato e portato al comando dai vigili. Questo è quanto succede di norma in una giornata tranquilla a Pisa, in una città dove i vigili, su mandato comunale e subordinati ad un John Wayne nostrano, girano come sceriffi nel vecchio west.
 
Nessun rapinatore però li attende. D’altronde questi uomini e donne di coraggio non cercano certo persone realmente pericolose. No, i suddetti vanno a caccia di persone invisibili, fantasmi che la maggior parte delle volte, grazie ad una legge della destra a cui si è affezionata anche la sinistra, sono considerati clandestini e quindi convivono con uno status di illegalità forzata.
 
Succede allora che la disperazione diventa tale per cui qualcuno, considerando che non ha più nulla da perdere, decide di ribellarsi alle numerose vessazioni e umiliazioni che tutti i giorni subisce. Se capitasse a qualcuno di noi sarebbero probabilmente “cazzotti nei denti”. Molti dei cosiddetti venditori abusivi sono invece di animo particolarmente gentile e si limitano ad una o due spinte con, al limite, imprecazioni al seguito.
 
A questo punto, dopo che il vigile ha palesato la sua incompetenza facendo nascere un conflitto che invece dovrebbe scongiurare per il cosiddetto ordine pubblico, subentra il giornalista di turno, subito pronto a parlare di violenza, forte di tutta la retorica che anni e anni di esperienza in una redazione di regime gli hanno insegnato. Anzi, c’è sicuramente di più rispetto all’esperienza acquisita, diciamo che c’è anche una dose di servilismo tale da ridurre il giornalista ad uno zerbino utile per le cacche pestate dal Sindaco in persona (vedi ordinanza anti-borsoni). Parlo ovviamente degli articoli apparsi oggi  (09.09.09) su Tirreno e Nazione relativi all’aggressione dei venditori “abusivi” a danno dei vigili “regolari”.
 
Inutile commentare l’articolo della Nazione, senza autore e senza un minimo di senso del pudore. Parliamo invece del bell’articolo confezionato dal navigato Giovanni Parlato. L’unica versione che riporta è quella dei vigili, uno dei quali refertato per ben sette giorni. Speriamo sopravviva.
Nessuno si sognerebbe mai di dare voce, per una volta, anche ai venditori di largo Cocco Griffi, che, è bene specificare, spesso sono lì con regolare permesso. L’aggressione è l’ennesima, dice Parlato: probabilmente non è la prima volta che i vigili cercano di sfogare le loro frustrazioni sui pericolosi venditori di merce contraffatta.
 
Sia chiaro però che i venditori non spacciano certo cose false per vere, considerando che chiunque sa benissimo che se il materiale sta per strada e costa dieci volte meno quello in vetrina, non è sicuramente per bontà del senegalese di turno. Cercheremo allora di dare un consiglio alle solerti forze dell’ordine.
 
Per sgominare il commercio di merce contraffatta le cose da fare possono essere due: arrestare chi tiene davvero in mano lo spaccio, oppure agire sulla domanda. Ovvero arrestare tutti quelli che in periodo di crisi non riescono proprio a non assomigliare ad un collage di cartelloni pubblicitari di grandi marche.
 
Nel primo caso il rischio è che arrestiate “pezzi grossi” probabilmente amici di qualche potente, nel secondo caso il rischio è che arrestate le vostre mogli, i vostri mariti o i vostri figli. Si capisce allora come mai tutta l’attenzione è rivolta ai senegalesi.
 
Per finire, Parlato in conclusione dell’articolo si sbilancia un po’ troppo. Parlare della tanto criticata ordinanza anti-borsoni come di un’ordinanza applicata col contagocce mi sembra un po’ azzardato. Forse il giornalista negli ultimi mesi non è mai passato da Piazza dei Miracoli.
 
Altrimenti capirebbe che il contagocce di cui parla ha le stesse proporzioni che hanno gli insetti nel film: “Cara mi si sono ristretti i ragazzi”. Pensare poi che la suddetta ordinanza è per prevenire anziché per reprimere, vuol dire aver scambiato l’ordinanza per l’AZ tartal control. Mi permetto quindi di modificare l’ultima frase, “Tuttavia, ha innescato una tensione, che dopo mesi, non accenna a diminuire.”, sostituendo il “tuttavia” con un più adeguato “Quindi”.
 
Vinz
 
L’articolo del Tirreno: vigili spintonati (tirreno).pdf
 
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