Migranti, occupazioni e speculazioni

Il 25 ottobre un gruppo di profughi Somali, in tutto quaranta persone, ha occupato un ex-albergo delle ferrovie a Bari. Sono tutti richiedenti asilo, persone che più che dalla miseria scappano dalla guerra e che dovrebbero dunque essere protette dalle normative internazionali. Molti di loro hanno già visto riconosciuto lo status di rifugiati politici e tutti sono in possesso di regolare permesso di soggiorno. Tuttavia, nonostante la legge lo preveda, non è stato assicurata loro alcun tipo di assistenza da parte dei servizi sociali. Da qui la decisione di occupare.

Lo stabile occupato nel 2005 è stato affidato dal Comune, titolare della concessione d’uso, alla Comunità di Sant’Egidio, con l’indicazione di farne un dormitorio
per senza fissa dimora. In seguito la struttura è stata chusa e riaperta, questa volta sotto la gestione della Caritas di Bari. Già nel 2007 tuttavia lo stabile viene nuovamente
chiuso, bloccando le forniture di acqua e luce. Ancora oggi i profughi, che vivono in una struttura che era vuota da due anni, sono al buio e senz’acqua.

Una vicenda del genere, che a prima vista può sembrare atipica, è invece decisamente indicativa di tendenze in atto su tutto il territorio nazionale, Pisa compresa.

A partire dall’approvazione dell’ordinanza che prevede lo sgombero dei campi presenti sul territorio, nella nostra città si è scatenato un fitto dibattito legato al tema dell’accoglienza: è giusto accogliere tutti? Esiste una quota di "accoglibilità", superata la quale chi suo malgrado si trova sul territorio pisano deve arrangiarsi come meglio crede? Non è meglio rispedire gli Zingari a casa loro?

Pochi giorni fa la questione si è riaperta in grande stile. Prima l’ormai consueto sgombero di un campo, sorto peraltro dove già sorgeva un campo distrutto da un’alluvione la scorsa primavera. Poi una lettera pubblica di due noti intellettuali pisani, estremamente critica nei confronti delle miopi scelte dell’amministrazione pisana. I due professori nella lettera in questione sostenevano semplicemente che sgomberare alle soglie di novembre chi già vive sotto un tetto di lamiera, senza preoccuparsi di offrire soluzioni alternative, è crudele.

La stizzita risposta del Pd locale non si è fatta attendere. I rappresentati del potere locale esprimono sgomento a fronte del fatto che due noti intellettuali siano rimasti vittima della campagna diffamatoria che la sinistra estrema sta portando avanti a mezzo stampa contro il Comune, e suggerisce ai due di informarsi meglio prima di parlare. Per "informarsi meglio", si intende, senza alcuna ambiguità, sondare l’aria che tira nel Palazzo prima di aprir bocca. Insomma, mentre la stampa nazionale, a detta di qualcuno, è in mano alla sinistra moderata, quella locale, secondo qualcun altro, è in mano alla sinistra estrema!

Intanto si è riaperta la  questione dei Rom che risiedono a Madonna dell’Acqua. I Rom rimasti già una volta senza un tetto sulla testa e senza alcuna assistenza, se non in seguito all’occupazione di un asilo dismesso da anni, hanno nuovamente rischiato di finire in mezzo ad una strada, mentre Pd e Pdl si rimbalzavano responsabilità ed errori.

Tra deliri securitari e un razzismo sempre più dilagante, tra giunte di destra e giunte di sinistra sempre più indistinguibili, e sempre meno in grado – o sempre meno intenzionate a – far fronte a emergenze sociali c’è chi, come i Rom a Pisa prima e i Somali a BAri oggi, ha deciso di prendere in mano le sorti del proprio destino e garantirsi da soli un diritto sempre meno garantito, quello alla casa.

 

J. Bonnot

 

Fonti per la questione dell’occupazione di Bari:

www.infoaut.org

www.ilmanifesto.it 

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