Morire d’aborto perché “clandestina”.

Leggo da un lancio Ansa che due donne migranti, di origine rumena, sono morte a pochi giorni di distanza a Taranto. La causa sembra essere l’uso di un farmaco abortivo. Farmaco "proveniente dalla Romania" viene specificato.

Quello che non si specifica è che, grazie al cosiddetto "pacchetto sicurezza" e al clima di "caccia agli stranieri" attualmente vigente in Italia, moltissime donne migranti per paura di essere denunciate come "clandestine" ricorrono da mesi all’uso di farmaci abortivi. Tra questi il Cytotec, un farmaco contro l’ulcera che preso a dosi massicce provoca forti contrazioni fino all’aborto. Per procurarselo non è necessario farselo spedire dalla Romania: basta andare in una qualsiasi farmacia italiana.

Una scatola costa meno di quindici euro, se non hai la ricetta con qualche euro in più puoi acquistarla da quelli che la stampa ha definito "spacciatori d’aborto". Ma i veri spacciatori d’aborto sono gli obiettori di coscienza (grazie ai quali i tempi di attesa si dilatano oltre misura), le umiliazioni e le lunghe trafile che spingono oramai anche donne italiane con i documenti "in ordine" a ricorrere all’aborto clandestino.

E per le donne migranti, in più, la paura, se senza documenti, di essere denunciate grazie al reato di immigrazione clandestina e finire in un Cie. Alcune non vanno in ospedale neanche in seguito ad un aborto spontaneo, come Vira Orlova, morta dissanguata qualche mese fa.

Anche questa è violenza sulle donne.

Tratto da http://marginaliavincenzaperilli.blogspot.com/

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