Proponiamo a tutte le forze antirazziste pisane un incontro per giovedì 21 gennaio ore 18 presso la sala biblioteca del circolo Agorà in via Bovio 48. La rivolta di Rosarno ha drammaticamente portato alla ribalta i perversi ingranaggi del sistema che sta dietro lo sfruttamento degli immigrati: ricatti costanti per far loro accettare lavoro in nero, paghe miserrime e condizioni di lavoro bestiali, vessazioni da parte dei caporali, ricoveri fatiscenti totalmente privi di servizi igienici, luce ed acqua, nessuna assistenza sanitaria.
Da trent’anni a questa parte migliaia e migliaia di immigrati si spostano dalla Calabria alla Campania alla Puglia seguendo il ritmo delle stagioni e delle colture, manodopera maschile a basso costo su cui si è retta l’agricoltura e buona parte dell’economia del meridione.
E’ una realtà di cui tutti erano a conoscenza ma su cui nessuno ha mosso un dito, né i governi passati di centrodestra o di centrosinistra, né le istituzioni politiche locali e nazionali, né gli organismi preposti al controllo, forze dell’ordine, servizi ispettivi, asl, né, salvo pochissime eccezioni, i mass media che anzi in questi anni si sono esercitati ad amplificare qualsiasi episodio di cronaca avesse come protagonista un immigrato.
Lo stesso Parlamento – adeguandosi alle campagne forcaiole della Lega e della destra più retriva che da vent’anni a questa parte hanno costruito le loro fortune politiche sulla paura e sull’odio per lo straniero, parole d’ordine che sono diventate il loro target identitario – ha varato una legislazione sempre più restrittiva dei diritti, a partire dalla Turco Napolitano passando per la Bossi Fini e i decreti flusso e il recente pacchetto sicurezza per arrivare alle trovate della Ministra Gelmini, che vuole limitare la presenza dei bambini stranieri la 30 % in ogni classe per non creare “ ghetti”.
Mentre non si è tenuto in nessun conto la realtà delle cose e cioè che il nostro sistema economico ha reclamato negli anni passati migliaia e migliaia di immigrati, meglio se irregolari, spesso usati per ricattare e abbassare i diritti dei lavoratori italiani, salvo espellerli dal corpo sociale ad ogni accenno di crisi.
Non ci voleva molto a capire che questi ingredienti coniugati con le politiche liberiste degli anni passati – che hanno fortemente compresso i diritti di tutti i lavoratori, che hanno privatizzato e precarizzato servizi e saperi, con una crisi economica feroce, che distrugge posti di lavoro, che genera insicurezza e nessuna prospettiva futura specie nel sud – avrebbero potuto sfociare in scontri e conflitti sociali duri.
Anche a livello locale la nostra le istituzioni della nostra città si sono adeguate alle politiche nazionali, approvando il cosiddetto “decreto antiborsoni” che discrimina per il colore della pelle e sposta semplicemente il problema dell’abusivismo dalle aree turistiche ad altre zone della città, tagliando i fondi per il progetto “città sottili” ed usando la mano forte contro gli emarginati attraverso politiche securitarie del tutto simili a quelle approvate da tanti sindaci leghisti.
I dati locali della disoccupazione, anch’essi in linea con quelli nazionali, ci dicono di una espulsione massiccia di mano d’opera straniera. Centinaia di lavoratori perdono il posto senza avere gli stessi diritti degli altri cittadini e con la prospettiva dell’espulsione, grazie al cosiddetto “pacchetto sicurezza” voluto dal governo Berlusconi ed approvato recentemente dal Parlamento italiano.
Contro questa drammatica situazione, che fa somigliare sempre più il nostro paese ad un contemporaneo Sudafrica dell’Apartheid, chiamiamo tutti alla mobilitazione per riprendere le richieste della manifestazione antirazzista del 17 ottobre e per chiedere alle istituzioni locali una diversa politica di accoglienza e di diritto.
Chiediamo le dimissioni dell’attuale Ministro dell’Interno Maroni per tutto il suo operati e per le gravissime dichiarazioni dopo i fatti di Rosario.Sollecitiamo la costruzione di terreni di lotte comuni tra lavoratori immigrati ed italiani.La difesa degli immigrati cacciati da Rosarno, come pure di tutti i lavoratori stranieri residenti nel nostro paese, non è un esercizio di buonismo umanitario ma una necessità : il rispetto dei loro diritti è condizione per impedire che vengano usati per indebolire i diritti di tutti i lavoratori.
Chiamiamo tutte le realtà a una mobilitazione locale per la prima settimana di marzo sulla base di questi obiettivi:
• Richiesta di dimissioni del Ministro dell’Interno Maroni
•No al razzismo
•Per la regolarizzazione generalizzata di tutti i cittadini migranti presenti oggi in Italia•Ritiro del pacchetto sicurezza
•Accoglienza per tutti
•No ai respingimenti e agli accordi bilaterali che li prevedono
•Per la rottura netta del legame tra il permesso di soggiorno e il contratto di lavoro•Diritto di asilo per i rifugiati e i profughi
•Per la chiusura definitiva dei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE)
•No alle divisioni tra italiani e stranieri
•Diritto al lavoro, alla salute, alla casa e all’istruzione per tutti•Mantenimento del permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro
•Abolizione del “decreto antiborsoni”
•Rifinanziamento del progetto “città sottili”
•Difesa del posto di lavoro per tutti i lavoratori e le lavoratrici
•Blocco degli investimenti per telecamere e abbellimenti nel centro storico, uso delle risorse risparmiate per abbattere i costi sociali (casa, luce, gas, acqua, trasporti, posteggi) che gravano sulle spalle di lavoratori, precari, disoccupati.
Per preparare iniziative unitarie in città proponiamo alle realtà antirazziste pisane un incontro per giovedì 21 gennaio ore 18.00 presso la sala biblioteca del circolo agorà via Bovio, 48.
Lo Sportello Immigrati RdB Pisa
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