Global forum di Napoli: dopo nove anni condannati dieci poliziotti

Napoli, 17 marzo 2001. A pochi mesi dal G8 di Genova lo Stato Italiano affilava le armi della repressione, reprimendo una manifestazione con violenze inaudite: cariche, pestaggi, ma soprattutto rastrellamenti e sequestri di persona. Decine di persone, ricoverate in ospedale in seguito alle ferite riportate in piazza, sono state strappate alle cure dei sanitari e condotte nella caserma Raniero
Virgilio, dove sono state picchiate, vessate, umiliate. Il termine giusto, naturalmente, sarebbe tortura, ma i tribunali italiani non prevedono tale reato. Purtroppo la Polizia invece lo prevede, come hanno mostrato proprio i fatti di Napoli e quelli, di poco successivi, di Genova.
Dopo nove anni arriva la sentena che condanna dieci dei ventuno imputati. Tra i condannati ci sono due due
funzionari, Fabio Ciccimarra e Carlo Solimene, che dopo i fatti di Napoli furono promossi e che ancora risultano regolarmente in servizio, così come il Questore dell’epoca Nicola Izzo, allora impegnato a gestire la piazza, oggi tra i principali collaboratori del capo della Polizia Manganelli. I dieci assolti, ma anche diversi condannati, hanno potuto poi usufruire della prescrizione per i "reati minori", quei reati come "violenza privata", "abuso d’ufficio", che in casi come questo si configurano come vere e proprie torture. 
Riportiamo di seguito il comunicato dei centri sociali di Napoli.
 
J. Bonnot
 

Comunicato sulle condanne per le violenze al Global Forum


Dopo una lunga camera di Consiglio il Tribunale di Napoli ha condannato
per sequestro di persona Carlo Solimene e Fabio Ciccimarra per i fatti
avvenuti all’interno della Caserma Raniero durante le contestazioni
contro il Global Forum del Ocse il 17 Marzo del 2001, insieme ad altri
agenti coinvolti nelle violenze.

Nonostante le sentenze precedenti per fatti analoghi come per il G8 di
Genova, la storia, non quella scritta nei tribunali, ma quella che è
memoria storica della città e dei movimenti ci dice che nella Caserma
"Raniero", caserma dei carabinieri nei pressi di Piazza Carlo III,
venne predisposta la "camera delle torture". I feriti vennero prelevati
dagli ospedali dove erano giunti dopo le cariche. Senza alcun motivo
vennero sottratti alle cure mediche e vennero condotti nella Caserma
Raniero, dove subirono per ore insulti, sputi, percosse, vessazioni di
ogni tipo.

Grazie al libro "Zona Rossa" che la Rete No Global produsse pochi mesi
dopo, quelle violenze e quelle torture sono venute a galla, sono
diventate denuncia pubblica, ed oggi a nove anni di distanza arrivano
le sentenze.

Non possiamo non ricordare la "catena umana" che i poliziotti fecero
intorno alla Questura di Napoli dopo che nel 2003 si avviò l’indagine
per le violenze della Raniero, un senso di impunità che oggi cade
davanti alle loro leggi ed al loro ordinamento giudiziario.

Non possiamo però non ricordare con altrettanto amarezza che Ciccimarra
e Solimene furono promossi e nonostante le inchieste risultano ancora
in servizio.

Non possiamo non ricordare che il Questore dell’epoca Nicola Izzo, oggi
è uno dei principali collaboratori del capo della Polizia Manganelli,
lui che dall’alto dirigeva le operazioni in Piazza Municipio in
elicottero, quando quella piazza divenne una tonnara dove migliaia di
persone vennero manganellate mentre la piazza veniva chiusa da tutti i
lati.

Per noi non c’e’ sete di vendetta, non c’e’ risarcimento, non c’e’ gioia.

Non c’e’, almeno in questo stato di cose.

Ne tantomento può esserci una riscrittura della storia nemmeno nelle
motivazioni del pm Del Gaudio che parla di ""non credo che sia stata
un’azione preordinata ma un momento di follia" affermazione che non
appartiene alle sue competenze, e che dovrebbe invece indagare ed
accertare se i fatti sono o non sono senza entrare in valutazioni che
non gli competono.

Di certo nessuna sentenza potrà però riscrivere la storia e cancellare
il risultato straordinario di quel movimento che ha di fatto riaperto
la partita con il comando svelandone misfatti e aberrazioni. Solo un
decennio prima il Wall Street Journal poteva titolare "Abbiamo vinto!":
quel movimento ha straordinariamente dimostrato che la ribellione e
l’insubordinazione costituiscono il motore di ogni società.

Centri sociali Napoletani

 

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