Brescia, via ai rimpatri “volontari”.

Cinquecento euro e il viaggio di ritorno pagato a quegli immigrati che sceglieranno di restituire il permesso di soggiorno e rientrare nel proprio Paese, con la garanzia di non fare ritorno in Italia per almeno 5 anni.

Si chiama “ritorno volontario assistito” ed è stato annunciato ieri dal sindaco di Brescia, Adriano Paroli (Pdl) che ha stanziato 60mila euro per aiutare gli immigrati che vogliono tornare in patria aderendo al progetto Nirva (Network italiano per i rimpatri volontari assistiti).

Il progetto in questione, riunisce Aiccre, Acli, Caritas Italiana, Cir ed Oim e promuove l’ ”opzione” del rientro con la promozione di una rete italiana a livello territoriale. Co-finanziato da Unione europea (che in quanto a "rispedire al mittente" si sta dando da fare..) e ministero dell’Interno, si occupa però solo di rifugiati, richiedenti asilo, possessori di permesso per motivi umanitari, vittime della tratta di esseri umani o stranieri con permessi temporanei.

Il Comune di Brescia vi ha aderito integrando, con una apposita delibera, le opzioni previste dal programma per allargare la platea degli aventi diritto ed estendendolo a quelli che decidono – sempre "volontariamente" – di fare ritorno nel propria Paese di origine.

Il fondo interesserà dunque, come beneficiari, i migranti in possesso di regolare permesso di soggiorno, residenti in città, che non dispongano di alcun reddito di lavoro o comunque di reddito insufficiente per il mantenimento e che non siano proprietari di immobili. Con questi requisiti, chi desidera rimpatriare dovrà fare una previa dichiarazione di rinuncia al permesso di soggiorno.

Dunque il ragionamento è che un migrante, dopo aver affrontato un viaggio lungo e disperato, dopo aver lavorato chissà quante ore al giorno per pochi spiccioli ed essere finalmente arrivato ad ottenere un permesso di soggiorno…decide, "volontariamente", di rinunciare a tutto questo per prendere in dono un volo verso casa e 500 euro in tasca.

Sicuramente tutto questo ha una logica. La logica della "fortezza Europa", delle espulsioni, dello sfruttamento della manodopera a basso costo. Una logica della distanza, del razzismo, contro il diritto di ogni essere umano a spostarsi.

E pensare che l’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), che adesso fa parte degli "sponsor" del progetto Nirva, era stata creata per facilitare la mobilità dopo la Seconda Guerra Mondiale, per favorire le migrazioni…

Adesso le gestisce, invece, le regola. E in molte città italiane sta prendendo piede l’idea che si possa davvero "rispedire al mittente" il migrante. Non ultima la nostra Pisa, dove il rimpatrio è stato proposto in più situazioni (migranti Senegalesi, Rom) di fronte alle quali il Comune e i servizi sociali non avevano altre risposte-altre volontà, vorremmo dire.

Zeliha P. 

Fonti di cronaca: Bresciaoggi.it, Il Sole24Ore.

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