L’Università di Pisa inaugura il suo 666° anno accademico, ma qualcuno rovina la festa

Galleria Foto. Mercoledì 3 marzo sarà una giornata davvero speciale per l’Università di Pisa, che celebrerà il 666° anno accademico dalla sua fondazione ufficiale, avvenuta con la Bolla “In supremae dignitatis” di Papa Clemente VI emessa a Villanova, presso Avignone, il 3 settembre del 1343. La cerimonia si terrà nell’Aula Magna Nuova della Sapienza, a partire dalle ore 11, con la Relazione inaugurale del rettore Marco Pasquali, cui seguirà l’intervento del dottor Leonardo Maugeri, direttore Strategie e sviluppo di Eni Spa e tra i massimi esperti mondiali di energia.

Questo è quanto si leggeva dal sito dell’Ateneo pisano negli ultimi giorni.
C’è da dire che sicuramente è stata una giornata molto speciale, ma non solo grazie al lavoro degli organizzatori della cerimonia.
Appena l’aula Magna della Sapienza era piena di gente tirata a lustro c’è stata, per così dire, un’incursione, che ha spostato l’attenzione e creato imbarazzo tra i presenti, soprattutto quelli delle prime file.

Partendo da principio. Stamattina intorno alle undici un gran via vai al piano superiore della Sapienza, il momento era solenne e si capiva dalle personalità presenti. Il sindaco, il monsignore (forse il vescovo?), l’ex rettore Modica, nonché i rappresentanti delle forze armate. Ovviamente non mancavano tutti i rappresentanti della gloriosa istituzione universitaria, tra Rettore, Prorettori e dirigenti vari.
Si è sfiorata la comicità quando ad aula piena, dalla porta in fondo sono apparsi i membri del Senato Accademico, che oltre ad aver constatato, soprattutto negli ultimi tempi, che non incidono molto nei processi decisionali (per usare un’eufemismo), gli tocca pure di mettersi in ridicolo in queste occasioni, vestendo abiti a dir poco esilaranti.
Il Rettore era capofila, con l’ermellino al collo. Vi lascio immaginare.

Parte il discorso del Rettore, parla di una situazione tragica di tagli che arrivano dal governo e si dice dispiaciuto di dover iniziare proprio con un’intervento un po’ critico, con il rischio di rovinare la festa.
D’altronde sono stati fatti tutti gli sforzi possibili, tipo quello di accorpare l’inaugurazione dell’anno accademico e la consegna delle onorificenze, di solito svolti in giorni separati.
Complimenti per lo sforzo, verrebbe da dire.

C’è però chi pensa che si dovrebbero fare ben altri sforzi e magari si dovrebbe dare segnali di controtendenza in direzione del governo, anziche di completa subordinazione, evitando di far cadere i tagli sempre sui soggetti più deboli e sui servizi essenziali.

Per questi motivi arrivano i guasta-feste.
Un folto gruppo di studenti con al seguito alcuni precari irrompono nella sala con striscione, cartelloni, megafono e palloncini.
La festa vera ha inizio, a discapito della cerimonia in pompa magna di certi ottuagenari che potremo chiamare “tromboni” invece di usare la solita nomenclatura inflazionata.

Gli studenti prendono parola a turno intorno al megafono, bloccando la cerimonia.
I contenuti sono chiari, l’Ateneo versa in grave crisi, i precari stabilizzandi tecnici amministrativi non vengono stabilizzati nonostante anni e anni di precariato e nonostante accordo sottoscritto alla direzione provinciale del lavoro, inoltre non vengono assunti nuovi ricercatori, a cui casomai vengono proposti contratti gratuiti di insegnamento, bloccando così l’essenziale ricambio generazionale del corpo docente. Nonostante tutto ciò, l’Ateneo non cessa di emettere onorificenze, titoli e cerimonie.
Il punto principale che poi vanno a toccare gli studenti riguarda le biblioteche.
Da lunedì partiranno i nuovi orari, due sole biblioteche mantengono il servizio serale fino alle 23.00, matematica e filosofia, per le altre le chiusure verranno anticipate alle 18.00, in alcuni casi si chiude il sabato mattina e le riduzioni degli orari sono destinate ad aumentare con il tempo.
Mentre si continua a pagare fino a 1.900 euro di tasse l’anno, i servizi diminuiscono, e in questo caso 17 lavoratori, alcuni dei quali presenti, si ritrovano tagli enormi nei loro monte ore settimali. Si parla di riduzioni di oltre il 50%, i lavoratori finiscono dunque sul lastrico con una media di 16 ore a settimana ciascuno di servizio.

Di fronte a tutto ciò, la cerimonia di stamani rappresenta una sfacciataggine bella e buona, è come vedere i passeggeri del Titanic che continuano a ballare mentre la nave affonda, sicuri che per loro è già pronta la scialuppa di salvataggio, a disposizione solo della 1° classe, ovviamente.

Finiti gli interventi gli studenti lanciano la conferenza stampa fuori dall’aula magna ed escono seguiti dai giornalisti.
Il Rettore riparte nel suo discorso, come se qulacuno avesse premuto “play” da dietro, dopo la pausa data dagli “incursori”.
Da fuori qualcuno parte necessariamente con i fischi.


Insomma la cerimonia è stata rovinata ed il Rettore ha spolverato una delle sue facce migliori, quella di vetro, per nascondere l’imbarazzo.
Imbarazzo che dovrebbe piuttosto provare nel promuovere ancora certe cerimonie, nonostante la situazione drammatica che avvolge diverse categorie di lavoratori all’interno dell’Ateneo. 
 
Nel frattempo alle cinque di oggi si svolgerà una’assemblea ad economia, sul problema dei tagli alle biblioteche. La biblioteca di economia è infatti una delle sedi che da lunedì chiuderà alle 18.00, creando non pochi disagi agli studenti.
Stasera anche a scienze ci sarà un’iniziativa analoga, visto che anche per questa settimana la biblioteca chiuderà alle 18.30, anziché alle 23.00.

I lavoratori delle biblioteche da lunedì 8 marzo si ritroveranno con 16 ore settimali, e sarà così fino alla fine dell’appalto, ovvero al 31 ottobre 2011. Sarà dura per queste persone rimanere in vita dentro l’università.

 
Dopo tanti anni di precariato le onoreficenze se le meritano anche questi soggetti, che per adesso invece prendono solo calci nel sedere.
 
Vinz
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