“Dal Rettorato di Pisa solo disinformazione”, i precari chiedono il ritiro dei bandi e un tavolo tecnico pubblico.

Di seguito riportiamo integralmente il comunicato stampa:
Dal Rettorato di Pisa disinformazione.

Il Rettore ascolti Regione e PD nazionale, ritiri subito i «bandi della vergogna» e convochi un tavolo tecnico pubblico.

 
Nel pieno della protesta contro i contratti gratuiti, il Coordinamento dei Precari della Ricerca e della Didattica dell’Università di Pisa prende atto con sincero stupore del comunicato diramato nel pomeriggio di ieri dall’Ateneo, di cui si danno notizia i quotidiani di oggi. Ci troviamo ormai di fronte a uno scontro sulla futura struttura dell’Università e sulle condizioni di lavoro delle giovani generazioni, inevitabilmente costrette ad alimentare il fenomeno della fuga all’estero se l’attuale regime di affamamento dei ricercatori-docenti precari proseguirà.

Lo ha compreso da subito l’assessore regionale alla Ricerca e all’Università, Eugenio Baronti. Dimostra di capirlo anche l’ex rettore dell’Università di Pisa e attuale responsabile nazionale del PD, Prof. Luciano Modica, che in una dichiarazione rilasciata al «Tirreno» di oggi denuncia i contratti gratuiti come "un vero scandalo" e si dice convinto che "la protesta si allargherà".

Le autorità accademiche dell’Università di Pisa ritengono di poter prendere le distanze da una mobilitazione che ha conquistato ampio spazio su giornali e tv, locali e nazionali, con uno scarno comunicato di taglio amministrativo, che contiene però affermazioni gravi. Tradotto in un linguaggio comprensibile, il comunicato:

– rivendica l’uso dei contratti gratuiti come parte integrante del sistema didattico, annunciando la loro possibile estensione fino a 1/5 DEL NUMERO COMPLESSIVO DEGLI INSEGNAMENTI (ossia 36 crediti su 180 per i corsi di laurea triennale e 24 su 120 per la laurea magistrale);

– riconosce l’incompatibilità tra incarichi di docenza e condizione di dottorando o assegnista, dopo le forti pressioni subite da parte del Coordinamento

– tenta ancora una volta di NEGARE L’ESISTENZA STESSA DEI PRECARI. Esemplare il paragrafo finale: «in genere» «tali contratti» sarebbero «stipulati con professionisti dei vari settori», «in applicazione di convenzioni con altre università», o con «docenti strutturati o in pensione» della stessa Università di Pisa. E i precari che fine hanno fatto? Ci chiediamo come sia ancora possibile, alla luce dei dati di questi giorni (solo a Lettere, circa 1/3 degli incarichi sono stati affidati a ricercatori-docenti precari) nascondere una realtà ormai sotto gli occhi di tutti. Fino a quando si continuerà a speculare sulla vita delle nuove generazioni, e sul futuro della stessa università, mentre con atto d’arbitrio si continuano a pagare lauti compensi a persone che già percepiscono alti stipendi come i liberi professionisti e i professori in pensione?

Invitiamo le autorità accademiche dell’Università di Pisa a un’assunzione di responsabilità. Ribadiamo la nostra richiesta dell’immediata apertura di un tavolo tecnico pubblico, aperto a sindacati e legali esperti di diritto del lavoro in qualità di garanti, dove affrontare e risolvere il nodo delle condizioni di lavoro dei ricercatori-docenti precari e programmare le future politiche di reclutamento, sulla base delle reali esigenze di facoltà e dipartimenti e degli effettivi meriti scientifici e didattici dei candidati. La proliferazione di contratti gratuiti, infatti, ben lungi dal garantire un risparmio sufficiente alla creazione di nuovi posti a tempo indeterminato, costituisce un disincentivo a bandire nuovi posti di ricercatore.

Il Rettore Pasquali si trova ormai a un anno dalla fine del mandato e non potrà essere rieletto. Quale immagine intende lasciare degli otto anni del suo governo? Alla luce dei dati contenuti nel bilancio preventivo del 2009 e della strategia seguita dal Consiglio di Amministrazione, lo stato attuale è deprimente e non si giustifica con i tagli del ministro Gelmini: le biblioteche sono in ginocchio per la pesante contrazione del fondo di funzionamento; i dipartimenti rischiano di chiudere a seguito dell’improvvisa e autocratica cancellazione del debito interno contratto dall’Ateneo nei loro confronti; ai precari si chiede di lavorare gratis. Non è forse giunto il momento di dare un segnale di discontinuità e di civiltà? Il Coordinamento chiede al Rettore Pasquali di guardare al FUTURO dell’Università di Pisa.

"Professor Pasquali, RITIRI I «BANDI DELLA VERGOGNA» E CONVOCHI SUBITO UN TAVOLO TECNICO PUBBLICO per trovare tutti insieme una soluzione rispettosa della dignità e delle esigenze delle parti, nell’interesse e per il bene dell’Università di Pisa": questo l’appello del Coordinamento.


Coordinamento dei Precari della Ricerca e della Didattica
dell’Università di Pisa

 
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