Canapisa 2008, cronaca antiproibizionista di una street-parade.

Canapisa 2008 quest’anno ha voluto dedicare la proprio sfilata ad Aldo Bianzino, un giovane falegname di 44 anni ucciso in carcere.
La mattina del 12 ottobre scorso una pattuglia di carabinieri ha trovato alcune piantine di marijuana nel terreno del suo casolare di campagna, coltivate per uso personale, e per questo lo ha prelevato ed affidato alle patrie galere.
Nel carcere di Capanne è stato sottoposto ad una visita medica che lo ha dichiarato in perfetta salute e poi rinchiuso in una cella di isolamento.
La mattina del 14 (due giorni dopo) è stato trovato senza vita nella cella in cui era stato rinchiuso.
Quali le cause della sua morte?
Ad una prima autopsia vengono riscontrate diverse lesioni "compatibili con l’ipotesi di omicidio" e subito si ipotizza la sua morte per percosse subite durante la sua breve detenzione.
Viene aperta una inchiesta.
Dopo una seconda autopsia,l’asportazione del fegato e del cervello,la sua morte viene fatta risalire a cause naturali,negando di fatto l’ipotesi delle percosse.
Ma se Aldo fosse veramente morto per cause naturali che bisogno ci sarebbe stato di occultare la vista del suo corpo,steso nudo per terra,agli altri detenuti ponendo delle lenzuola sulle porte di tutte le altre celle della sezione?
Che bisogno ci sarebbe stato di sottoporre il suo corpo a due autopsie e all’asportazione del fegato e del cervello?
Questa storia ci riporta alla mente un’altro giovane, più vicino geograficamente a noi, Marcello Lonzi
 
Il corteo è stato, anche quest’anno, molto partecipato, le prime stime parlano di circa 2000 partecipanti.
La manifestazione si apriva con lo striscione “Sicuri da morire” del Comitato verità per Aldo, seguiti dagli organizzatori del Laboratorio antiproibizionista, dal S.a.r.s. (spazio antagonista di resistenza sociale) di Viareggio, con un meraviglioso “cannone armato” e a seguire i vari sound, i Megatron, gli Orbital tribe, gli Off Label e gli Alienation + Goagenesi.
La street-parade molto colorata e con una buona dose di deciBel, ha risvegliato la città su un tema molto importante come quello dell’antiproibizionismo.
Chiaro nel comunicato degli organizzatori l’obiettivo non solo di far riflettere su una situazione che diventa giorno dopo giorno sempre piu’ insostenibile, a causa di un proibizionismo che va ad alimentare, piuttosto che risolvere, le problematiche che ufficialmente dichiara di voler contrastare, ma anche quello di costruire una rete sociale capace di mettere in piedi un percorso concreto, fatto di sperimentazioni pratiche, che produca un avanzamento in materia.
E’ sentita l’esigenza sempre piu’ urgente di un’opposizione sociale, che si organizzi e faccia sentire le sue ragioni e la sua voce al fine di fondare un’alternativa concreta ad un tale stato di cose.
Serve una riflessione sincera di tutti, insieme alla sperimentazione di pratiche di riduzione del danno, ispirate ad una cultura del consumo critico e consapevole e fondate sull’informazione.
Cercare concretamente di superare le problematiche attuali connesse al consumo di sostanze ed evitare tanti morti, principalmente causati dalla clandestinità in cui il proibizionismo costringe ad agire.
Presenti anche gli antipsichiatrici del collettivo Artaud impegnati a pubblicizzare l’iniziativa del 13 giugno sui 30 anni dalla Legge Basaglia.
Questi ultimi pongono un paradosso difficilmente spiegabile, come può lo Stato vietare da un lato l’uso di sostanze psicoattive classificate illegali e dall’altro prescrivere sostanze psicoattive legali per curare le tossicodipendenze, vedi gli psicofarmaci?
La street-parade finisce in piazza San Paolo a Ripa d’Arno e da lì partiranno le navette per Ospedaletto, nell’area accanto all’expò, dove per tutta la notte l’antiproibizionismo andrà a tempo di musica.
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