Il furbetto Fiorani a processo a Pisa. Niente patteggiamento. Con lui anche 4 pisani.

Pisa –  Rifiutato il
patteggiamento al banchiere Fiorani. Così finalmente è iniziato in tribunale il processo per le spese gonfiate sui conti di
sessantamila correntisti pisani della ex Cassa, processo che vede imputate
sette persone. Di appropriazione indebita sono accusati con Fiorani, grande
assente ieri, anche gli ex vertici della ex banca pisana, all’epoca – si parla
del 2004 – Popolare di Lodi. Di fatto il banchiere chiedeva di risolvere con
settemila euro di multa una questione che vide il prelievo forzoso di quasi due
milioni e mezzo di euro dai conti di sessantamila correntisti pisani, solo
alcuni dei quali – quelli che ne fecero rischiesta – sarebbero stati
rimborsati. Con Giampiero Fiorani, 48 anni, di Lodi,  sono accusati anche Paolo Landi, 43 anni, di
Lodi, poi Alessandro Leo, 58 anni, di Mantova e quattro pisani, Pierfrancesco
Pacini, 67 anni, Vincenzo Littara, 65 anni, Roberto Giovanni Biondi, 60 anni, e
Federigo Federighi, 61.

Di fatto, l’ex consiglio di amministrazione, è imputato di appropriazione
indebita di più di due milioni di euro, precisamente di 2.325.365. Un centinaio
di clienti, che avevano contattato l’Adusbef, l’associazione dei consumatori
che denunciò a livello nazionale quanto avvenne nelle banche italiane in cui
avevano operato i famosi «furbetti del quartierino», aveva chiesto informazioni
per la costituzione di parte civile.
Alla fine però ha prevalso il buonsenso: Giampiero Fiorani sarà processato dal
Tribunale di Pisa (è stata respinta la richiesta di patteggiamento di 7.340
euro), anche se  Adusbef non sarà parte
civile nonostante rappresentasse migliaia di correntisti. Nell’ordinanza il
giudice aveva scritto che "i fatti appaiono gravi per le modalità dell’azione,
per la callidità dei mezzi, per l’intensità del dolo e per l’ingente profitto
conseguito, sicché appare inadeguato un ridimensionamento della pena base di 8
mesi di reclusione poi commutati in 7 mila euro". I cosiddetti furbetti questa
volta hanno superato ogni limite rubando soldi dai conti correnti di ben 60.000
persone, in media tra le 30 e le 50 euro ciascuno. Anche una magistratura poco
incline alle indagini sulla speculazione in città è dovuta intervenire su una
così grave vicenda. Tra uno champagne e una velina Fiorani dovrà pagare per le
sue responsabilità, una intera città lo pretende. Sempre che questo governo non depenalizzi
anche questo reato.

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