Tav: raggiunto l’accordo. Ma tra chi?

TORINO – Missione compiuta per l’Osservatorio sulla Torino-Lione
ferroviaria. Alla vigilia della scadenza del mandato, c’é l’accordo per
la "progettazione della nuova linea e per le nuove politiche di
trasporto per il territorio". Non, quindi, una semplice ipotesi di
tracciato, ma "un complesso di interventi dentro i quali sta la nuova
linea", precisa Franco Campia, assessore ai Trasporti della Provincia
di Torino.

Con una
conferenza stampa nella Prefettura di Torino è stato presentato, rimbalzando su
ogni media, il documento finale per la prima sessione di lavori
dell’Osservatorio tecnico sulla Torino Lione presieduto da Mario Virano. Commissario
straordinario, sindaci della Valle, tecnici del governo e della Comunità
montana, e istituzioni piemontesi hanno sancito il lavoro comune nel fare il
Tav. Lasciando per un attimo da parte la propaganda mediatica, possiamo dire da
subito che sebbene non si parli di tracciati definitivi, il documento è il
suggello ad un percorso, quello dell’Osservatorio, che poteva solo portare a
decidere il modo politico in cui tentare di realizzare l’opera. E così è stato,
anche se nel documento di linee e tunnel se ne parla, di comune accordo con i
poveri sindaci a battere la mani, tutti hanno detto: il Tav si farà. Il
come è chiaro: dialogando.

Alla lobby del Tav serviva questo, un si ufficiale da parte
della comunità (i sindaci, 32 persone) per dire che il problema è risolto,
siamo d’accordo, possiamo partire, cosicchè i finanziamenti europei saranno
incassati, i politicanti canteranno vittoria di essere riusciti a mediare e il
movimento  è un triste ricordo. Facile da dirsi e anche se nella società
dello spettacolo la comunicazione è tutto…c
i sono ancora un paio
di conti da fare.
La nuova era del governo Berlusconi
vede un altro tassello incastonato nel mosaico delle cose fatte e dei problemi
risolti: dopo i rifiuti di Napoli, la sicurezza per tutti, ecco le grandi
opere; la realtà però e che così non è nemmeno su un punto, tutto è rimandato,
con finezza e astuzia, ma rimandato e di risolto non c’è nulla. Il discorso sul
Tav è complesso e la mediazione raggiunta con le amministrazioni locali è
sicuramente dannosa, ma rappresenta ben poco considerando la vitalità del
movimento no Tav e nessuna ombra di tracciato ufficiale.

L’Osservatorio prima fase si chiude comunque con una proposta
di tracciato che Ltf ha fatto, e che per tutti i fan dell’alta velocità è la
migliore in assoluto, tracciando una ferrovia veloce che s’interra nei paesi,
che costeggia l’autostrada, che probabilmente farà crescere le margherite ad
ogni treno che passa. Ed è su questo che i media dichiarano vincitori i proponenti
e chiedono al movimento su quali basi ancora si oppone. Il no al Tav è un punto
chiaro e fermo, significa la non accettazione di un ennesima infrastruttura che
la valle deve subire, non serve neanche dire che questo fantomatico trasporto
delle merci tutto su treno non è fattibile, nemmeno che la crisi economica
mondiale non è destinata ad esaurirsi molto in fretta, nemmeno che un km di
alta velocità costa a chi paga le tasse 60 milioni di euro, tanto nessuno lo
pubblicherà mai. Servirà dimostrarlo, quando avranno un tracciato definitivo e
li si che faremo la conta, a
"moda nostra" come si dice nella Valle che Resiste.

fonte: Infoaut.org

COMUNICATO SPAMPA Coordinamento dei
Comitati NO TAV Val Susa, Val Sangone, Torino e Cintura

Il Coordinamento dei Comitati NO TAV Val di Susa, Val Sangone, Torino e
Cintura, ribadisce in maniera unanime la netta contrarietà ad ogni ipotesi di
accordo sulla realizzazione della Torino-Lione, qualsiasi sia il nome, le
"suggestioni" ad essa collegate o il proponente.
Le nostre motivazioni si basano su dati concreti e studi non asserviti ai
proponenti dell’opera, dati e studi che riempiono di "scientificità"
la nostra lotta. L’infrastruttura ferroviaria attuale è ampiamente sottoutilizzata (Quaderno
 1 – Osservatorio Torino-Lione – Presidenza del Consiglio dei Ministri).

Il calo costante del trasporto
merci indica inequivocabilmente l’inutilità di prevedere nuove infrastrutture o
tunnel ferroviari in Val di Susa, Val Sangone, Torino e Cintura.

L’esorbitante costo, che grazie
al sovvenzionamento alla mafia ed ai partiti, risulta essere il maggiore in
Europa.

Il lavoro che continuerà a calare
grazie alla delocalizzione resa più facile da queste infrastrutture.

L’aggressione al territorio che
viene utilizzato come bene di consumo, facendo perdere risorse preziose e
irrinunciabili come l’acqua (rapporto COWI – Commissione Trasporti U.E. 2006).

I rischi legati alla salute
pubblica, invano sanciti dalla Costituzione ed elusi dagli studi dei proponenti
dell’opera e dall’ARPA Piemonte.

Questi ci sembrano motivi più che
sufficienti per continuare ad essere contrari al TAV e a non accettare nessuna
logica di compensazione.

La popolazione continuerà ad
opporsi, indipendentemente da veri o presunti accordi con gli
amministratori locali, anche perché non accetterà mai la trasformazione dei propri
territori e delle proprie valli in invivibili corridoi di transito.

La nostra ferma opposizione è
immutata da ben 18 anni e tutti avranno modo di ribadirla ancora una volta
alla manifestazione nazionale prevista per l’inizio dell’autunno; la prossima
riunione del Coordinamento dei Comitati ne deciderà e renderà nota la data
da sottoporre, come di prassi, all’assemblea popolare


Coordinamento dei Comitati NO TAV
Val Susa, Val Sangone, Torino e Cintura
29 giugno 2008

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