Chi manifesta non è un sorvegliato speciale

Livorno(Senza Soste) – Alcuni giorni fa è stata comunicata l’applicazione dell’Art. 1 della Legge n.1423
MISURE DI PREVENZIONE NEI CONFRONTI DELLE
PERSONE PERICOLOSE PER LA SICUREZZA
E PER LA
PUBBLICA MORALITÀ
a tre antifascisti livornesi condannati
di recente in primo grado ad un anno per i fatti di Borghezio del 2006. Una
pena pesante ma limitata a causa dell’inconsistenza delle prove, che era già
stata aggravata da ingiunzione di risarcimento danni di 12.000 euro ai
poliziotti costituitisi parte civile.

Il già citato art.1, emanato nel 1956 (quando Ministro dell’Interno era
Tambroni),
viene ordinato unilateralmente dai Questori senza l’avallo di un
magistrato e sulla base di un generico e permanente giudizio
"etico-morale" sulla persona, secondo una prassi degna dei regimi
polizieschi. E’ un avviso orale che intima l’adozione per 3 anni di una
vaghissima "condotta rispettosa
della legge", pena l’applicazione dell’Art. 3, ossia la "sorveglianza
speciale" e importanti restrizioni della libertà
personale: l’obbligo di firma e dimora, il sequestro degli strumenti di
comunicazione personali.o addirittura il divieto di frequentare luoghi
e assembramenti pubblici
di ogni tipo. L’applicazione di questo provvedimento ai danni di tre
nostri concittadini costituisce un fatto gravissimo e inedito per
Livorno.

I tre antifascisti livornesi, oltre a subire la condanna in primo grado, sono
stati dunque "avvisati" di essere ritenuti dediti alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo
l’integrità fisica o morale dei minorenni, la sanità, la sicurezza o la
tranquillità pubblica
.

Fra i "soggetti pericolosi" per l’ordine pubblico peraltro c’è anche
un militante notissimo e stimato da tutta la sinistra livornese per
l’indefesso e pluriennale impegno civile, politico e culturale a difesa
del lavoratori, dei
diritti sociali e della memoria storica cittadina, il quale viene
indicato nel provvedimento come "pianificatore" degli scontri a
prescindere dalla sentenza del Tribunale.

Facciamo dunque appello a tutti i sinceri democratici a prendere
posizione, poiché
la libertà di manifestazione del dissenso a Livorno appare realmente in
pericolo per tutti, e chiediamo pertanto la revoca immediata di questi
tre provvedimenti
gravemente incostituzionali.

Movimento Antagonista Livornese

Centro Politico 1921

Partito della Rifondazione Comunista – Federazione livornese

Città Diversa

Verdi di Livorno

Partito dei Comunisti Italiani – Federazione provinciale di
Livorno

Sinistra Critica – Livorno

Partito Comunista dei Lavoratori – Livorno

Confederazione COBAS – Livorno

Coordinamento provinciale Sindacato dei Lavoratori intercategoriale
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