Violenza sulle donne: denuncia dell’associazione Telefono Rosa, in casa il 53% delle violenze

L’autore nel 53% dei casi è il marito o il partner,
l’83% subisce maltrattamenti continuamente e quotidianamente. Viene
sfatato inoltre il luogo comune che un elevato livello di
scolarizzazione esenti i soggetti dal commettere atti violenti. Sono i
dati illustrati da Telefono Rosa in occasione del ventennale
dell’associazione.

Roma, 13 mar. (Adnkronos) – La
violenza nei confronti delle donne, non solo fisica, ma anche
psicologica, continua a crescere e si configura come un problema che
sempre più si concretizza drammaticamente tra le mura di casa
.
E’ quanto denuncia l’associazione di volontarie Telefono Rosa sulla
base dei dati delle richieste di aiuto da parte delle donne vittime
illustrati oggi in occasione del ventennale dell’Associazione.

Continua a crescere anche nel 2008, rileva l’associazione, il
numero di vittime di violenza che decidono spontaneamente di rivolgersi
al Telefono Rosa, in cerca di un aiuto o di specifiche consulenze. Se,
infatti, nel corso del 2007 si sono registrati 1.492 casi di richieste
di aiuto, il numero di testimonianze di violenza, nel 2008, raggiunge i 1.744 casi,
1.457 dei quali provenienti da cittadine italiane e i restanti 287 da
donne straniere. Per le vittime italiane è possibile notare una
maggiore concentrazione di contatti all’interno delle fasce di età
comprese tra i 35 e i 54 anni.

Sempre più spesso, rileva ancora l’organizzazione, la violenza
sulle donne assume i lineamenti dei partner, la quotidianità delle
abitudini devianti dei familiari, la reiterazione di gesti e minacce a
cui, con ogni probabilità, le vittime sono esposte per anni. Il
fenomeno della violenza sulle donne incontra come principale ostacolo
proprio quello di restare sommerso. Le vittime di violenza conoscono
perfettamente i loro persecutori, spesso, come si è potuto notare,
nell’impossibilità di adottare soluzioni valide o in uno stato
psicologico che non consente loro di trovare la forza per reagire,
vivono a stretto contatto con il violento, esponendosi quotidianamente
a un nuovo rischio di violenza.

Ed è proprio questa prossimità a rendere difficile la denuncia dei maltrattamenti e delle molestie subite. L’autore della violenza nel 53% dei casi è il marito o il partner,
ciò significa che nel 2008 ci sono state 1.430 donne che hanno
subito/subiscono violenza all’interno di una relazione affettiva,
all’interno delle mura domestiche; è evidente che a perpetrare la
violenza è l’uomo di cui si sono fidate, che hanno amato e che dice di
amarle. A questi dati, spiega Telefono Rosa, è necessario aggiungere il
9% di quante dichiarano di subire violenza dal proprio convivente (il
dato raggiunge il 15% nel caso delle cittadine straniere) e il 2% di
coloro che patiscono maltrattamenti da parte del fidanzato.

E’ dunque, paradossalmente, la propria casa il luogo meno sicuro per le donne che subiscono violenze
ed è all’interno di quelle mura che esse subiscono violenze e
maltrattamenti, mettendo spesso a rischio la propria vita e quella dei
propri figli. Per quanto riguarda le caratteristiche socio-demografiche
degli autori della violenza, Telefono Rosa sfata un luogo comune
evidenziando come il possesso di un elevato livello di scolarizzazione non esenti i soggetti dal commettere atti violenti.
Ad avvalorare questa tesi vi sono i dati sulla condizione professionale
dei soggetti che hanno agito violenza: in essi non si evincono
particolari segni di difficoltà lavorativa.

Accanto alla maggioranza di quanti si configurano come impiegati od operai, si riscontrano significative percentuali di liberi professionisti, imprenditori, commercianti e alti funzionari.
Si riduce al 7% la quota di disoccupati. Sembra cadere, inoltre, il
giustificazionismo attraverso cui spesso si tende ad attribuire la
messa in atto di comportamenti violenti all’abuso di sostanze
stupefacenti o alcoliche: nel 69% dei casi l’autore della violenza non
era dedito né all’uso di alcolici né a quello di droghe. La percentuale
rileva un aumento rispetto ai dati relativi alle testimonianze del
2007.

Nel 48% delle vittime che hanno contattato il Telefono Rosa, evidenzia ancora l’organizzazione, la violenza ha iniziato a manifestarsi nel corso del matrimonio,
ma è da notare come spesso queste donne non riescano a liberarsi della
violenza anche in assenza di vincoli matrimoniali: accanto all’11% di
quante subiscono maltrattamenti durante la convivenza (la percentuale
raggiunge il 16% tra le vittime straniere) vi è un significativo 12% di
vittime che hanno iniziato a subire atti violenti già nel periodo del
fidanzamento.

Dai dati emerge, inoltre, come, spesso, gli autori della violenza
pongano in essere personalità duplici e comportamenti che tendono a
separare e distinguere l’atteggiamento tenuto all’interno delle mura
domestiche da quello agito negli spazi pubblici: la violenza è privata,
non sconfina al di fuori dell’ambito familiare. Questo rende complesso
agli occhi degli estranei intuire il disagio che colpisce queste donne.
Alla domanda ”Il comportamento violento di esprime solo in famiglia?”
risponde ”sì” il 69% delle vittime italiane.

La provenienza familiare delle violenze porta, inoltre, con sé l’allarmante conseguenza della reiterazione dei maltrattamenti: raggiunge l’83% dei casi il numero di vittime italiane costrette a sottostare quotidianamente agli atti violenti.
Alla violenza fanno da sfondo particolari condizioni che spesso rendono
difficile alle donne uscire dalla loro pesante situazione, come la
presenza di figli piccoli, o l’impossibilità di sostentamento economico.

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