Figli d’immigrati, un nuovo mercato per la psichiatria

La
Regione Lombardia finanzia lo screening di massa sui bambini degli immigrati. Il 6 marzo scorso si è svolto a Milano un
convegno: “Dalla parte del bambino”, promosso dall’IRCCS “E.
Medea”. Qualche giorno dopo viene annunciato che è stato presentato un
progetto finanziato dall’Assessorato alla Sanità della Regione Lombardia
con un contributo complessivo di 2,7 milioni di euro per gli anni 2009-2011
finalizzato ad affrontare i problemi della salute mentale dei figli minorenni
di immigrati nel Comune di Milano. (v. Vita Magazine “ Minori. La
Lombardia attenta ai migrati con problemi psichici, 10 .03.2009- http://beta.vita.it/news/view/89943)

Alcuni risultati riesumati dal vecchio Progetto
Prisma realizzato dall’Istituto Medea, qualche anno fa, dove erano stati
sottoposti a screening i bambini di diverse scuole di cinque regioni italiane
al fine di individuarne i “disturbi mentali”: ADHD (Defict di attenzione
ed iperattività), ADD (Deficit di attenzione), Disturbo Oppositivo-Provocatorio,
ecc., sono stati sufficienti a convincere l’Assessorato ad aprire le
porte allo screening di massa dei figli in età infantile e preadolescenziali di
immigrati, la componente più debole e meno informata della comunità, che
difficilmente si opporrà o ne contesterà i risultati e le conseguenti soluzioni
proposte.

Le Unità Operative di Neuropsichiatra dell’Infanzia
e dell’Adolescenza (Uonpia) di Milano e altri enti hanno presentato il
progetto ed hanno già annunciato che il loro primo passo sarà un’analisi
epidemiologica per diagnosticare disturbi mentali e di apprendimento attraverso
test, uno screening di massa, su circa 60 mila bambini solo a Milano.

Tutto questo malgrado in diverse regioni e a
livello nazionale, constatando la pericolosità di queste iniziative
psichiatriche siano stati emessi atti legislativi per vietare la
somministrazione all’interno delle scuole di test o di questionari
relativi allo stato psichico ed emozionale degli alunni. La Regione Piemonte
con la legge n. 21, la Provincia Autonoma di Trento con la legge 259, e la
recente Circolare n. 4226/P4 emessa dal Ministero dell’Istruzione.

I centri UONPIA non sono scuole, non sono centri
sociali, il neuropsichiatra infantile non è un‘insegnante, non è
addestrato per risolvere le difficoltà di lingua e di integrazione che questi
bambini possono avere. L’integrazione interculturale non è di competenza
della neuropsichiatria.

Le famiglie arrivano in Italia per garantire ai
loro figli un futuro e possibilità migliori e le nostre Istituzioni danno loro
diagnosi e terapie psichiatriche, facendo leva sulle difficoltà che un
qualsiasi bambino in un paese straniero potrebbe avere e incanalandoli in un
futuro di possibili pazienti psichiatrici.

Gli stessi programmi attuati negli altri paesi
come negli Usa, hanno portato quasi otto milioni di bambini ad essere
etichettati con “disturbi mentali” e successive somministrazioni di
potenti e pericolosi psicofarmaci. Nei soli Usa quasi 200 bambini
sono morti a causa di trattamenti con psicofarmaci, fino al punto di indurre
il Parlamento USA ad approvare una legge che attribuisce ai genitori di bambini
etichettati il diritto di non accettare eventuali terapie o trattamenti che essi
non condividono. Per non parlare di effetti collaterali come la violenza, vedi
le innumerevoli stragi nelle scuole americane: le indagini hanno appurato che
erano tutti sotto trattamento di psicofarmaci.

In Italia abbiamo già i primi casi di bambini etichettati
Adhd , in cura con psicofarmaci che hanno tentato il suicidio. L’ultimo
bollettino dell’AIFA (Agenzia Italiana del farmaco) a pagina sette
informa circa le idee di suicidio di due bambini, una piemontese di 9 anni ed
un bimbo sardo di 10 anni entrambi in trattamento con Atomoxetina nel 2008 , la
bimba da sette mesi ed il bimbo da 10 mesi.

L’esperienza degli altri paesi e quanto
sta avvenendo in Italia dovrebbe allarmarci ed indurci a non ripetere gli
stessi errori. Chi ha in mano le sorti di migliaia di bambini non può ignorare
e non documentarsi su questi fatti. Aprire le porte a programmi i cui risultati
sono stati quelli di cui sopra è inaccettabile e non privo di conseguenze per
tutti.

Nella situazione di crisi che stiamo vivendo le
famiglie degli immigrati e le famiglie
italiane hanno bisogno di un vero aiuto, di istruzione, di dare un futuro
migliore ai propri figli e potenziare le iniziative di sostegno linguistico ed
educativo già esistenti.

Il CCDU ritiene che i test non devono essere
fatti come screening, a tappeto, sulla popolazione infantile italiana —
poiché questo viola la libertà dei cittadini ed è una intrusione dello stato
nella famiglia.

Purtroppo molte di queste iniziative nascondono
interessi di case farmaceutiche e lobby psichiatriche volti a medicalizzare la
scuola per trarne dei profitti economici. Invitiamo pertanto i genitori ad
informarsi scrupolosamente su queste proposte ed a monitorare le attività
didattiche per scoprire se tali iniziative vengono fatte sui propri figli.

All’interno della mostra itinerante del
CCDU, il 3 aprile a Firenze è previsto un convegno dal titolo “Dove sta
andando la scuola – disturbi di apprendimento e diagnosi sui
bambini”, convegno già proposto in altre città e che ha avuto un grande
successo.

 

Comitato dei Cittadini
per i Diritti Umani Onlus

 

Tel 02 36510685

Email ccdu.milano@gmail.com

www.ccdu.org

Questa voce è stata pubblicata in Migranti. Contrassegna il permalink.