Contestazione a Tremonti : I cobas rispondono a MEUCCI

Riportiamo di seguito il comunicato, a cura della Confederazione Cobas di Pisa, in merito all’articolo di Giuseppe Meucci in cui il cronista cita la contestazione all’addetto alla ambasciata di Israele., una contestazione che è costata un decreto
penale di condanna a molti (anche chi non era presente ai fatti) poi
cancellato dalla assoluzione di tutti gli imputati.
Nessuno dei presenti si è mai sognato di contestare Cohen in
qualità di ebreo, gli antisemiti sono semmai a destra mentre a sinistra
(anche nelle ale più radicali) si parla semmai di antisionismo (e a tal
riguardo invitiamo Meucci a leggere i libri di Ian Pappe e a leggere la
vasta documentazione sulla natura razzista del sionismo).
Il buon Meucci dipinge i quasi 1000 partecipanti alla
manifestazione contro Tremonti  come dei professionisti del casino,
intolleranti venditori di fumo. I fatti non stanno come li descrive il
cronista, infatti basterebbe leggere le posizioni dei precari della
ricerca, delle biblioteche per capire quanto sia fondata e
intellettualmente ricca la critica al Rettore Pasquali e al Ministro
Gelmini, al nuovo regolamento delle biblioteche o degli spazi fino alla
gestione del personale tecnico e amministrativo del nostro Ateneo (dove
in questi anni abbiamo contato oltre 1500 precari tra ricercatori e
non).
E’ impossibile non accorgersi che dentro questo variegato
movimento contro la crisi non ci sono solo logiche antagoniste ma
istanze più complesse che comprendono lavoratori che subiscono la crisi
con licenziamenti senza ammortizzatori sociali, con la espulsione dei
precari dal ciclo produttivo, ci stanno coloro che contestano la
politica del sindaco Filippeschi (le ordinanze razziste antiborsoni in
primis ma anche la gestione urbanisitica che alla fine fa felici i
paazzinari e gli industriali ma non crea occupazione e sviluppo coem dimostra il caso Saint Gobain) questi erano i contenuti della manifestazione e il nostro cronista
avrebbe potuto leggerli girando indisturbato nel corteo e ascoltando le
voci dei vari partecipanti Ma quello che sconcerta di più sono le interviste a Letta e Carpi.
Quest’ultimo si comporta come un vecchio garibaldino di fronte ai
socialisti di inizio novecento, dalla esaltazione di Stalin degli anni
sessanta è passato a consulente del ministro Bersani più avvezzo al
confronto con i petrolieri che con gli studenti che negli anni del suo
mandato parlamentare lo hanno a lungo e invano cercato. Se Carpi avesse
voluto il confronto lo avrebbe potuto cercare in questi giorni, ma
forse era troppo impegnato a godersi la lauta pensione nel cascinale di
campagna, al contrario di quanti oggi scendono in piazza consci che
alla pensione non ci arriveranno mai Letta mette in guardia dal pericolo delle Brigate Rosse secondo
una vecchia logica di criminalizzazione dei movimenti e delle loro
istanze. Chi scende in piazza , dagli studenti ai lavoratori, dai
migranti ai precari, (video) ogni giorno operano alla luce del sole e subiscono
la repressione di un Governo che criminalizza lo sciopero,
l’occupazione delle case e ogni forma di conflitto sociale sarebbe il caso di trovare argomenti più originali e non
stereotipi che certo non aiutano a comprendere la natura delle cose e a
combattere la crisi.
 
 
federico giusti
confederazione cobas
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