Firenze_ 4 aprile antipsichiatrico e contro lo sgombero del nEXt-Emerson

Riportiamo di seguito l’appello e il volantino dei collettivi antipsichiatrici per la giornata del 4 aprile a Firenze, giornata in cui si svolgerà nella stessa città un convegno internazionale di psichiatria organizzato dal WPA. Mentre nel pomeriggio avrà luogo il corteo contro lo sgombero del csa nEXt-Emerson.
Come collettivi antipsichiatrici saremo presenticon un banchino di controinformazione e distribuzione materiale lamattina del 4 aprile inpiazza S. Maria Novella a Firenze, a partire dalle ore 10 per contestare ilperpetuarsi di tutte le pratiche psichiatriche e per smascherarel’’interesse economico che si cela dietro l’invenzione di nuove malattieper promuovere la vendita di nuovi farmaci.Nel pomeriggio saremo presenti al corteo contro la cementificazioneselvaggia econtro lo sgombero del csa nEXt-emerson(partenza alle 15 da piazza S.Marco) con uno spezzone antipsichiatrico.Non lasciamo in pace chi porta avanti da più di un secolo una guerraquotidiana contro la libertà individuale! Psichiatri giù le mani dallenostre esistenze!!!!Siete tutt* invitati a partecipare.
sotto il volantino che distribuiremo durante la giornata del 4 aprile. 

collettivo antipsichiatrico Violetta Van Gogh-Firenze
collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud-Pisa
Psichiatri giù le mani dalle nostre esistenze !!!
Dall’1 al 4 aprile si terrà a Firenze un convegno internazionale dipsichiatria organizzato dal WPA (World Psychiatric Association), duranteil quale psichiatri, esponenti delle multinazionali del farmaco eassociazioni di familiari faranno il punto della situazione suitrattamenti attualmente in uso per i cosiddetti “disturbi mentali” epianificheranno nuovi sistemi di intervento a livello mondiale.Leggendo il programma di questo mega-congresso ci si rende subito contodi come oggi la falsa scienza psichiatrica abbia notevolmente ampliatoil proprio campo d’intervento.
Invadendo le nostre esistenze, sminuisce le sofferenze umane riducendolea disturbi biochimici della mente, sempre più interpretati comepatologie genetiche del soggetto.
Se è vero che assistiamo ad una sistematica diffusione delle disagio, èvero anche che le cause vanno ricercate nella società in cui viviamo enello stile di vita che ci viene imposto che esige sempre più efficienzae concorrenzialità. In cambio ci viene offerta una precarietà sempre piùdiffusa che genera senso di inadeguatezza e ostacola prospettive diemancipazione.
Come risposta a ciò abbiamo la medicalizzazione di quelli che sono glieventi naturali della vita e di quei comportamenti non conformi aglistandard sociali. Le reazioni dell’individuo al carico di stress cui sitrova sottoposto vengono interpretate quali sintomi di malattia e lerisposte che riceviamo sono sempre dello stesso tipo: diagnosi-etichettae cura farmacologica.
Noi tutti scontiamo il peso di questa odierna esondazione psichiatrica,che ha portato alla medicalizzazione delle nostre vite dalla crescita –attraverso malattie create ad hoc per bambini vivaci – fino allavecchiaia, intromettendosi fin nella nostra sfera più privata laddovepretende di “curare” il nostro approccio al cibo, alla sessualità e allasofferenza.
Alcuni ambiti di ingerenza della salute mentale derivano dal passato:pensiamo alle nuove forme di “isteria femminile”, legate al ciclomestruale, alla gravidanza, al parto e alla menopausa, come se iproblemi dell’essere donna oggi fossero legati alla biologia. Altrisettori di intervento sono invece più nuovi come l’inquietantepsichiatrizzazione dell’infanzia e il ritorno in augedell’etnopsichiatria.
In un sistema economico e sociale basato sulla disuguaglianza e sulladiscriminazione, espliciti bisogni, come quello dell’autodeterminazione,dell’integrazione, del lavoro e della casa, vengono considerati etrattati come disturbi della mente.
In Italia, nonostante la tanto decantata chiusura dei manicomi, questicontinuano ad esistere nei servizi psichiatrici territoriali in cui siriscontrano gli stessi meccanismi lesivi delle libertà individuali(etichettamento, esclusione, ecc) e le medesime pratiche coercitive(TSO, costrizione ai letti, farmaci come nuove camicie di forza,pratiche aberranti come l’elettroshock). 
Sempre pronta a pubblicizzare nuove ed inesistenti malattie allo scopo diallargare il proprio bacino d’utenza per arricchire le tasche dellemultinazionali farmaceutiche, la psichiatria serve ad arginare qualsiasicritica sociale e a normalizzare quei comportamenti ritenuti“pericolosi” poiché non conformi al mantenimento dello status quo, alfine di estendere il controllo sociale e la possibilità di interventonormalizzante da parte delle istituzioni.
Siamo qui per contestare ancora una volta il perpetuarsi di tutte lepratiche psichiatriche e per smascherare l’interesse economico che sicela dietro l’invenzione di nuove malattie per promuovere la vendita dinuovi farmaci.
Non lasciamo in pace chi porta avanti da più di un secolo una guerraquotidiana contro la libertà individuale!
collettivo antipsichiatrico Violetta Van Gogh – Firenze
collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud – Pisa
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