Off-shore: lettera dei cittadini livornesi ai candidati sindaco della città


7.000 cittadini livornesi sottoscrissero un appello indirizzato alle autorità cittadine e nazionali. Nessuna risposta è mai arrivata. Adesso, con un vasto movimento no off-shore alle spalle, si rivolgono ai candidati, affinché prendano una posizione. La vicenda è stata costantemente seguita su questo blog, fin da uno dei primi articoli pubblicati, del 13 Novembre 2007, intitolato "Territorio e sviluppo: il rigassificatore tra Pisa e Livorno".

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Zeliha P.

LETTERA AI CANDIDATI SINDACO

Nel luglio 2002 il Sindaco Lamberti presentò il progetto di realizzazione al largo delle coste toscane antistante il tratto Marina di Pisa – Tirrenia, di un terminale galleggiante di rigassificazione di GNL (Gas naturale Liquefatto) collegato via tubo alla rete di distribuzione ASA di Stagno propagandandolo come un evento di grande importanza per lo sviluppo economico e occupazionale della città, vantandone ricadute in termini di crescita dell’attrattiva del territorio per l’insediamento di nuove imprese, di nuovo lavoro per l’allora agonizzante Cantiere Navale, di centinaia di nuovi occupati nel terminale, di disinquinamento ambientale grazie alla riconversione a gas della Centrale ENEL di via S. Orlando, di sostanziosi sconti nella bolletta del gas che la popolazione livornese avrebbe avuto grazie all’ingresso di ASA nell’azionariato della società promotrice.

Con il trascorrere dei mesi tutti queste ricadute si sono rivelate colossali balle. Il Cantiere Navale è fallito, la centrale ENEL non verrà riconvertita, i nuovi occupati saranno forse qualche decina e non di più, gli sconti in bolletta sono svaniti come le promesse di nuovi insediamenti produttivi. Sono emerse invece le preoccupazioni per un progetto che si presenta come il primo ed unico del suo genere nel mondo di cui nessuno conosce il vero funzionamento se non altro perché, a più di tre anni dal rilascio dell’autorizzazione (febbraio 2006), la società promotrice non ha ancora presentato il progetto esecutivo dell’impianto e quindi nessuno oggi è ancora in grado di conoscere come funzionerà nei dettagli il terminale e quindi, per esempio, quale sarà il suo impatto sull’ambiente, sia in termini di emissioni atmosferiche di metano che di rilascio di varichina nel mare circostante, per non parlare dei rischi di incidente disastroso dovuto al suo funzionamento o ad impatto con nave di passaggio.

La cittadinanza è stata esclusa dalla partecipazione al procedimento amministrativo che ha preceduto l’autorizzazione alla realizzazione e che venne pubblicizzato (si fa per dire…) con un inserzione-francobollo sulla pagina degli annunci economici di Tirreno e Repubblica di Firenze nel febbraio 2003; il nostro Comitato ha prodotto una quantità enorme di documentazione con la quale ha dimostrato la lacunosità di tale procedimento autorizzativo.

Il TAR della Toscana ha riconosciuto con una sentenza del giugno 2008, le nostre ragioni e solo un improvvido intervento del Consiglio di Stato, al quale la società promotrice si è appellata, ha sospeso gli effetti di tale sentenza in attesa di un giudizio definitivo.
Da quel settembre 2002 si è sviluppato in città un vasto movimento contro il rigassificatore offshore, movimento che ha provocato un reale dibattito in città, due grandi manifestazioni e, soprattutto, svelato tanti “retroscena” di una vicenda i cui lati oscuri sono talmente evidenti da aver provocato molto più che un imbarazzato silenzio nelle stanze del potere locale.

Senza tener conto che Livorno è l’unica città d’Italia, tra quelle in cui sono stati proposti rigassificatori (anche se con tecnologie meno pericolose), dove si sono schierati a favore anche soggetti che altrove sono contrari (e che normalmente tutelano lavoratori e cittadini): LEGAMBIENTE, ARCI, CGIL, PD, che SOLO a Livorno si trovano d’accordo con CONFINDUSTRIA, PL, AN e tutto lo schieramento che rappresenta gli interessi economici locali e multinazionali.
Come abbiamo più volte sottolineato il terminale che si vuole realizzare porterà certamente dei profitti economici a qualche multinazionale energetica, a qualche ex-municipalizzata del nord ma i rischi di incidente, l’inquinamento ambientale, le gravissime limitazioni alla libertà di navigazione e di pesca (690 km di mare variamente interdetti) ricadranno tutti sulle popolazioni di Livorno e Pisa.

Senza contare che è assolutamente falso che il rigassificatore di Livorno, come in generale tutti i rigassificatori che si vorrebbero realizzare (sono almeno una decina i progetti presentati da multinazionali energetiche italiane ed estere) servirà ad evitare buio e freddo: nei prossimi anni di gas in Italia ne arriverà una quantità enorme grazie al potenziamento dei gasdotti esistenti e alla realizzazione di nuovi (come quello che porterà gas dall’Algeria a Piombino). In realtà i rigassificatori servirebbero a fare del nostro paese un “hub”, uno snodo del gas destinato ai mercati del centro e nord Europa. Un business, insomma, a spese dell’ambiente e della salute delle popolazioni, garantito da provvedimenti che i vari governi, di destra come di sinistra, succedutisi in questi ultimi anni hanno emanato per favorire e finanziare con i soldi pubblici questi impianti.

Con questa lettera aperta il Comitato contro il rigassificatore offshore di Livorno chiede ai candidati Sindaco della città di rispondere, nel più breve tempo possibile ed in tempo utile, a semplici domande, invitandoli a non essere omissivi, reticenti o tendenziosi:

Perché siete favorevoli o contrari al progetto di questo terminale di rigassificazione al largo delle nostre coste?
Poiché è stato impedito (modificando in corso d’opera lo Statuto Comunale) ai cittadini di esprimere il proprio parere sul progetto con un referendum consultivo, pensate di reintrodurre tale principio elementare di democrazia popolare e di applicarlo per il rigassificatore?
Livorno è una città fra le più inquinate d’Italia, definita, con apposito provvedimento, “zona al alto rischio di incidente rilevante”: noi riteniamo che un modo per favorire il suo rilancio industriale sarebbe quello di farne una città-modello dal punto di vista della produzione energetica con l’incentivazione di produzione e auto-produzione di energia da fonti rinnovabili a basso o nullo impatto ambientale.

Su questo tema quali proposte concrete fate ai livornesi?
Attendiamo le vostre risposte che pubblicheremo integralmente sul sito http://www.facebook.com/l/;www.offshorenograzie.it dovranno essere indirizzate a:

comitato@offshorenograzie.it

FIRMATO:
I 7.000 CITTADINI CHE SOTTOSCRISSERO L’APPELLO CONSEGNATO IL 28/4/2007 A PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, PREFETTO, PRESIDENTE DI PROVINCIA E SINDACO DEL COMUNE DI LIVORNO. E CHE MAI HANNO AVUTO RISPOSTE.

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