Verdi livornesi contro Verdi regionali sull’approvazione del rigassificatore offshore

LIVORNO – (SenzaSoste) Nel Piano energetico regionale il PD impone il
rigassificatore. Una dimostrazione di arroganza e incoerenza. Non
condividiamo il voto a favore dei Verdi e di Rifondazione.

 La Segreteria dei Verdi di
Livorno si dissocia in modo categorico dalla prospettiva, contenuta nel Piano
energetico regionale (PIER), di un rigassificatore e di un aumento degli
inceneritori.

"Abbiamo analizzato in profondità _
affermano i Verdi _ i motivi del distacco di alcuni rappresentanti politici dai
cittadini e siamo fermamente convinti che sono parte dei motivi della bruciante
vittoria del centrodestra. E’ inutile dire che siamo per le energie rinnovabili,
come fa il Sindaco Cosimi, e poi imporre un rigassificatore in un piano tutto
orientato verso le fonti di energia pulita. E’ il solito modo arrogante di fare
politica da cui noi Verdi abbiamo sempre preso le distanze".

Peccato che a Livorno, emblema di questa
contraddizione, il Sindaco Cosimi abbia abbandonato l’idea dell’industria di
pannelli solari nelle aree ex-Delphi. Nel PIER, come nella finanziaria 2008, si
ricorda che "Con accordi di programma, il Ministero dello sviluppo
economico o altri Ministeri interessati e le regioni promuovono lo sviluppo
delle imprese e delle attività per la produzione di impianti, ed apparecchi, e
interventi per le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica… avvalendosi in
particolare delle risorse del Quadro strategico nazionale per il periodo
2007-2013".

Il fatto che la Regione abbia finanziato
con svariati milioni di euro un’industria dei SUV invece che una di pannelli
solari è ancora una volta una dimostrazione di come il PD sia incoerente.

"Con questo PIER _ continuano i dirigenti
ambientalisti _ si accredita anche uno dei due progetti presentati per la
realizzazione di un rigassificatore. Ricordiamo che a Livorno e a Rosignano non
sono state consultate le popolazioni, come indica la Legge Seveso. Il progetto
di Rosignano è particolarmente pericoloso per la sua collocazione vicino
all’abitato. Quello di Livorno è nettamente in contrasto con il Santuario dei
Cetacei ed ha avuto un iter pieno di irregolarità. Non abbiamo ad oggi alcuna
garanzia sulla sua sicurezza. Il gas, lo abbiamo ripetuto più volte, arriva già
con i gasdotti".

I Verdi di Livorno hanno sempre sostenuto che
questo PIER non sia coerente e ricordano che i Verdi toscani hanno sempre
ribadito la loro contrarietà ai progetti del rigassificatore di Rosignano e di
Livorno (posizione approvata nel Congresso del 4 febbraio 2007). Da qui
l’indicazione da parte dei Verdi livornesi ai propri rappresentanti regionali
di non dare il proprio voto favorevole al PIER.

"Avevamo chiesto _ concludono i Verdi _ un
emendamento al PIER. Era stato promesso, ma poi non è stato più presentato.
Consideriamo incomprensibile questo atto dei nostri consiglieri regionali e di
quelli di Rifondazione. E’ in contraddizione con quanto finora espresso a tutti
i livelli e con il cammino con coerenza intrapreso al fianco del comitato che
ha fatto ricorso al TAR. I Consiglieri avrebbero dovuto ricordare che i
rigassificatori e gli inceneritori, due delle campagne più impegnative
dell’ambientalismo, sono parte integrante del Piano e per questo avrebbero
dovuto non approvare il PIER. Sarebbe stato coerente con le manifestazione di
piazza contro questi mostri a cui hanno sempre partecipato".

Livorno,  8 luglio 2008

Anche Rifondazione Comunista ha votato a
favore del Piano Energetico Regionale

Il comunicato stampa 

Un buon piano, che pone una sfida alta per
l’ambiente e lo sviluppo della nostra regione,  facendo propri gli
obiettivi stabiliti a livello europeo ed internazionale per il 2020, in particolare il
raggiungimento del 20% di energia prodotta tramite fonti rinnovabili, la
riduzione della stessa percentuale dell’emissione dei gas serra e un forte
incremento dell’efficienza energetica.Un piano dunque ambizioso, una vera e
propria sfida perché il punto di partenza della Regione è arretrato: aumento
dei consumi energetici, ben oltre l’aumento del Pil, eccesso di dipendenza da
olio e gas, inefficienza energetica.

Gli effetti del piano avranno conseguenze dirette
sul miglioramento della qualità dell’aria e la diminuzione delle emissioni
inquinanti e gas serra.

La qualità dell’aria ambiente rappresenta una dei
principali fattori che influenzano la qualità della vita soprattutto nei centri
urbani. E’ infatti ormai accertata la correlazione tra i livelli di
inquinamento di alcune sostanze e l’aumento delle patologie sull’uomo, in
particolare per l’apparato respiratorio cardiovascolare

"Dai dati risulta che in Toscana il 50%
della popolazione residente, in circa il 14%  del territorio regionale, è
potenzialmente esposta a livelli di inquinamento atmosferico superiore ai
valori limite per più sostanze inquinanti. I Comuni dove si registrano
superamenti dei valori limiti di qualità dell’aria per una o più sostanze inquinanti
sono complessivamente 32".

Gli obiettivi del piano sono possibili ma devono
essere superate timori, pregiudizi, incertezze tutti fondati su alcuni esempi
negativi.

L’eolico può essere  – o meno – invasivo e
deturpante, così come le centrali a biomasse possono nascondere inceneritori
(ad esempio monte rotondo dove oltre aglis tralci verrebbero conferiti anche i
nfanghi di depurazione di grosseto) o l’agricoltura no food potrebbe deturpare
intere vallate.

Questo ci dice che la sostenibilità degli interventi
sta nei piccoli  impianti, nell’autosufficenza dei territori, nell’energia
rinnovabile come integratore di reddito e non come produttore. Questi aspetti
ci sono ma vanno realizzati con rigore, trasparenza senza nessun cedimento, e
con la partecipazione e condivisione delle popolazioni interessate.

Così Monica Sgherri – Capogruppo di Rifondazione
Comunista Sinistra Europea in Consiglio Regionale in merito al Piano di
Indirizzo Energetico Regionale, approvato oggi dall’aula consiliare.

Infine due criticità presenti nel quadro
complessivamente positivo del PIER: Viene nel piano  ricordato l’impianto
OLT, gas offshore a Livorno, scelta che non condividiamo e che troviamo inutile
riportare nel piano.
Ricordiamo a proposito che il piano stesso denuncia la
forte dipendenza della toscana, ben oltre la media europea, da fonti fossili
esauribili olio e gas e che il problema in Toscana non è tanto la mancanza di
gas (oggi) quanto la non volontà di Enel di riconvertire le due centrali di
Livorno e Piombino.  Ed era proprio la riconversione delle due centrali ad
olio l’azione principale di risanamento di questa area di criticità ambientale
per cui a fronte della necessità di ricalibrare le azioni per il risanamento
dell’inquinamento atmosferico, e considerato che l’area di Livorno è uno dei
siti nazionali a più alta concentrazione di impianti a rischio, era più
opportuno semmai riconsiderare la scelta dell’impianto off shore. Ricordiamo
che la protesta delle popolazioni contro l’off shore è sempre forte e che è un
problema da affrontare e risolvere. Da parte nostra è proprio nell’impegno
della Regione sulla "sicurezza" dell’impianto che si risolverà la
conquista del consenso delle popolazioni, se sicurezza vi è, pena in sua
assenza la decadenza del progetto, tanto più se si tiene conto che esso non
risponde a nessuna priorità effettiva per l’approvvigionamento della Toscana.

L’altra criticità riguarda la produzione di
energia da impianti di incenerimento: a nostro avviso è del tutto improprio
primo perché i rifiuti non rientrano più nelle fonti rinnovabili e perché è
forte la nostra convinzione della inefficienza degli impianti di incenerimento
e perché pone forti problematiche sull’inquinamento atmosferico e dunque sulla
salute umana. Infine ma non ultima e determinante è per  noi la
contrarietà della Toscana – contrarietà ribadita con chiarezza nel PIER – 
al nucleare e la conferma della scelta referendaria contraria ad esso.

E Confindustria vuole il secondo
rigassificatore a Rosignano…..

(ASCA) – Firenze, 8 lug – ”Abbiamo apprezzato
gli obiettivi di fondo che animano il nuovo Piano energetico regionale. La
promozione delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico vanno nel senso
indicato da Bruxelles. Tuttavia, agli obiettivi ambiziosi che la Regione Toscana si
e’ data in termini di riduzione dei costi, di diversificazione delle fonti e di
sicurezza degli approvvigionamenti, non corrispondono strumenti adeguati”. Lo
afferma la presidente di Confindustria Toscana Antonella Mansi, a proposito del
Pianto energetico della Regione approvato oggi dal Consiglio toscano.

”Penso, ad esempio, alla questione del ‘carbone
pulito’ – ha detto ancora la
Mansi -. Una riflessione sulle politiche energetiche che si
spinge con coraggio fino al 2020, dovrebbe essere scevra da ogni tipo di
pregiudizio o di condizionamento. Per le stesse ragioni – ha continuato la
presidente degli industriali – crediamo che non sia logico precludersi la
possibilita’ di localizzare un secondo rigassificatore”.

La Mansi giudica anche ”troppo rigida la chiusura sulle filiere lunghe delle
biomasse. La re-industrializzazione della Toscana – ha concluso – passa anche
da una politica energetica moderna per la competitivita’ delle imprese”.

afe/sam/bra

(Asca)

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