Morto anche il quinto operaio. La strage continua e Confindustria scende in campo.

Michele non ce l’ha fatta. Sale a cinque il numero delle vittime della
strage nella cisterna.

All’alba è morto Michele Tasca, vent’anni
domenica prossima. La Procura ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di omicidio colposo
plurimo. Ma non è stato lo zolfo ad uccidere: forse l’intossicazione
letale deriva dall’uso di solventi come l’idrogeno solforato. E’ una
ipotesi presa in "seria considerazione" dicono fonti vicine alle
indagini. Domani l’autopsia e nei prossimi giorni l’esame tossicologico
lo accerteranno con maggior sicurezza.
Uno solo è sopravvissuto alla strage, Cosimo Ventrella,
57 anni, ricoverato in ospedale per i postumi dell’intossicazione. E’
lui che ha chiamato i soccorsi e poi ha visto portare via i cadaveri
dei suoi colleghi. Sta bene ma si tormenta: "Io sto qua, ma non ha
alcun senso. Dovevo e volevo morire anche io, insieme con i miei amici.
Ora tutto il tempo che mi resta lo passerò con la loro immagine
accatastati là in fondo alla cisterna. Uno sopra all’altro, tutti
morti".

E la giornata fa registrare un
altro decesso sul lavoro: in provincia di Imperia un operaio edile di
38 anni, Mariano Aicardi, è morto travolto dal muro perimetrale di
un’abitazione mentre lavorava a un impianto fognario.

Oggi dovrebbero arrivare in aula i decreti attuativi della legge 123 sulla sicurezza nei posti di lavoro, entro venerdì le commissioni di Camera e Senato daranno il via libera.

Il testo unico prevede anche il rafforzamento delle attività ispettive,
la formazione dei lavoratori e incentivi per le imprese che si mettono
in regola. Le sanzioni da sole non bastano anche perché spesso arrivano
quando non c’è più niente da fare, spiegano al ministero, ma se sono
proporzionate alle violazioni possono fare da deterrente e ridurre il
numero degli infortuni che negli ultimi anni sono sempre stati più di
900 mila.

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I morti sul lavoro, invece, sono più di 100 al mese: nel 2006 sono
stati 1341, mentre il conto per il 2007 non è ancora pronto. Per il 2008 non ci sono dati certi:
secondo la Cgil i lavoratori morti dall’inizio dell’anno sono almeno
180: dati sottostimati, spiegano al sindacato, perché serve tempo per
verificare le cause degli incidenti

Intanto già dalle scorse settimane Confidustria, Fiat in testa, aveva respinto la piattaforma presentata dal governo perchè "troppo onerosa per le aziende", e chi sperava che l’ultima strage servisse a far cambiare idea agli industriali si sbagliava di grosso perchè ad oggi le dichiarazioni del
direttore generale, Maurizio Beretta, ribadiscono la posizione di
Confindustria: "L’aggravamento delle sanzioni è inaccettabile".

 Dalle stragi di stato siamo passati a quelle di mercato, inaccettabile è la posizione di Confidustria colpevole verso tutti i lavoratori che pagano con la vita l’abbattimento dei costi di produzione.

Il problema certo non volgerà al meglio nel futuro visto che mentre Montezemolo invita gli industriali a candidarsi in ogni schieramento per trasmettere la "cultura d’impresa" nel mondo politico (come se non fosse già permeata abbastanza), Calearo, il falco di Federmeccanica, e Colaninno, ex presidente dei Giovani Industriali e vice presidente Piaggio, si candidano nel Pd. 

Mentre le piccole e medie aziende del nord est si schierano con Berlusconi, alcuni tra i più blasonati industriali si schierano con il PD e il sopravvissuto della Thyssen (anche lui candidato PD per la logica ma-anchista di Veltroni) sarà strumentalizzato  e dovrà fare i conti con le più alte figure del mondo industriale, disposte a far continuare le stragi sul lavoro in nome di una competitività che porterà guadagni solo in tasca loro.  

Per chi spera nel futuro, in una politica dalla parte dei più deboli e dei lavoratori, è bene prendere spunto dai cartelloni pubblicitari del PD:

 

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