Cgil-Cisl-Uil vogliono una legge che garantisca proprietà e gestione pubblica dei servizi. Sarà vero?

Firenze – I sindacati confederali
chiedono al presidente della regione Martini di portare a termine la legge di
riforma dei servizi pubblici locali. Nel documento presentato alla stampa che
il testo contenga “la clausola sociale e l’applicazione del contratto nazionale
per i lavoratori del settore”.

La polemica sulla legge che dovrebbe
riorganizzare rifiuti, acqua, energia e trasporti ha un nuovo sostenitore: il
sindacato. Secondo i confederali, inoltre, la legge dovrebbe garantire la
proprietà pubblica delle reti e degli impianti, la gestione pubblica del
servizio idrico. CGIL, CISL e UIL addirittura affermano di opporsi alle “terziarizzazioni
selvagge”. L’ultimatum lanciato a Martini, sicuramente è un passo avanti nella
lotta per la ripubblicizzazione dei servizi, acqua in primis, ma non può certo
celare la evidente contraddizione che esiste tra queste dichiarazioni e l’operato
dei sindacati nei vari ATO.  Questi hanno
spesso avallato le politiche di compartecipazione pubblica-privata (ovvero,
privatizzazione ponderata) che hanno portato gli enti gestori a diventare
società per azioni (quindi Diritto Privato) ed ad avere come socio di
maggioranza relativa il privato (determinante per la nomina del Consiglio d’amministrazione).
Non si capisce se i sindacati sono intervenuti per sostenere l’asse
Veltroni-Fontanelli o se per spingere Martini ad uno Stop dalla regione. Per
capirlo, bisognerà aspettare le prossime mosse all’interno delle varie società.

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