Il 13 marzo ’08 è stata occupata simbolicamente la sede di
Acea, municipalizzata romana dell’acqua (che dovrebbe prendere in gestione l’acqua
di Pisa, Firenze e Grosseto) oltre a quella palestinese per conto di Israele. per chiedere più investimenti sui depuratori che
sugli inceneritori e, in questi giorni di campagna elettorale, un impegno
chiaro per la ripubblicizzazione dell’ acqua.
Riportiamo il comunicato:
Questa mattina alle ore 11.00
attivisti delle Ass. Action ed A Sud hanno occupato la sede centrale di ACEA in
Piazzale Ostiense, contestando le scelte e la gestione di questi ultimi anni.
Una municipalizzata che dovrebbe
avere come sua principale funzione garantire il diritto all’acqua ai cittadini
ed alle cittadine di Roma preferisce invece costruire il prossimo inceneritore
ad Albano, dopo quelli di Terni e San Vittore, causando le dure proteste delle
popolazioni locali, piuttosto che garantire qualità e investimenti nel servizio
idrico integrato. Negli ultimi mesi infatti tre depuratori di ACEA –
Castelnuovo,Monterotondo e Fonte Nuova – sono stati chiusi dal Corpo Forestale
per inquinamento da arsenico, i cui livelli superavano di 6 volte i limiti
consentiti per legge mettendo a repentaglio la salute pubblica. Esiste inoltre
il rischio di collasso dell’ecosistema della valle dell’Aniene, denunciato più
volte dai cittadini, causato dall’eccessivo sfruttamento da parte di ACEA
dell’acquedotto del Simbrivio. Così come sono mancati in questi anni
investimenti importanti di manutenzione della rete idrica cittadina mentre
molti sono stati i lavoratori licenziati o esternalizzati.
Il processo di privatizzazione
iniziato nel 1998 ha poi permesso alla multinazionale Suez di controllare
l’8,6% di ACEA, al presidente della ACEA di sedere nel Cda della multinazionale
francese ed ad un membro del comitato esecutivo di Suez di sedere nel Cda di
ACEA. La Suez, secondo gestore mondiale di servizi idrici, con la sua politica
punta a trasformare il diritto all’acqua in una merce come le altre ed è
accusata in numerosi paesi del mondo di precludere l’accesso all’acqua a
milioni di persone e di causare gravissimi danni all’ambiente. Politica che
anche ACEA ormai porta avanti in Armenia, Perù e in Honduras, dove dal 2004 la
popolazione locale si oppone alla privatizzazione dell’acqua imposta
dall’impresa.
Mentre in città i candidati
Sindaci discutono su quanto ancora privatizzare quella che era la più
importante impresa capitolina, l’azione simbolica di questa mattina afferma
come il più grande investimento per la città, la sicurezza e la salute dei
cittadini sia ripubblicizzare ACEA riportandone il controllo nelle mani dei
cittadini.
Questa iniziativa vuole essere il
contributo delle Ass. Action ed A Sud alla tre giorni per la difesa dei beni
comuni promossa dai movimenti nel Lazio.
Già nella mattinata del 25 febbraio 2004, più di
cinquanta attivisti del Forum Palestina, del Comitato di solidarietà con
l’Intifada, dei Cobas e delle RdB occuparono simbolicamente il salone centrale
dell’ACEA, allo scopo di fare chiarezza sulle "voci" più o meno
ufficiali che – da più di un anno – si susseguivano in merito ad un presunto
accordo fra l’azienda romana e Israele.
Nel dicembre del 2002, un gruppo di imprenditori italiani andò
in Israele con il Viceministro per il
Commercio Estero, Adolfo Urso di Alleanza Nazionale. Fra i manager che strinsero
accordi in Israele c’era anche Paolo Cuccia, Amministratore Delegato dell’ACEA
s.p.a.
La società la cui maggioranza appartiene al Comune di Roma – doveva collaborare
con gli Israeliani nello sfruttamento delle acque della regione.
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