Firenze – Alla fine hanno vinto
gli interessi delle multinazionali e dei giochi di potere dell’asse Domenici -Veltroni.
Dopo mesi di polveroni e polemiche la regione toscana il primo aprile ha
approvato la proposta di legge che prevede l’accorpamento dei vari Ato (Ambito
territoriale ottimale). Per l’acqua sarà creato un Ato, mentre per i rifiuti ve
ne saranno 3 (rispetto agli 11 odierni).
La Sinistra Arcobaleno
si è astenuta, ma non ha fatto andare in crisi la giunta. A guadagnarci sono
innanzitutto le multinazionali Suez e la romana Acea che si occuperanno della
gestione. Secondo la Regione
la creazione di un’organismo super partes che vigilerà sull’azienda dovrebbe
garantire “la quota pubblica” dell’azienda partecipata; la legge ha discusso
solo sommariamente degli affidamenti dei servizi idrici e degli investimenti
come anche denunciano i movimenti che si battono per la ripubblicizzazione
dell’acqua. L’unica cosa certa, su cui le parole non si sono risparmiate, sarà
la tariffazione unica, stabilita tramite un cambio del criterio di calcolo non
più a scaglioni di consumo per utenze ma procapite.
La legge discussa e approvata in
Regione riguarda i servizi pubblici di acqua, rifiuti, gas e trasporti locali.
Le aziende associate alla Cispel sono 106 e gli addetti sono circa 12.500 con
un controllo del mercato che va dal 96% dei rifiuti al 94% dell’acqua. Tutti i
servizi erano in attivo tranne i trasporti pubblici.
Le politiche sui servizi pubblici
vanno nella direzione di una silenziosa privatizzazione di tutti quegli ambiti
in cui vi sono margini di profitti. Dalla legge Galli in poi il capitale privato ha iniziato a
fare pressione per ottenere più spazio nella gestione del servizio idrico, sicuramente uno dei più redditizi in questo momento. A poco serve parlare di "acqua bene pubblico"
se poi a gestirla arrivano aziende note per le iniziative speculative in altri
paesi del mondo dove l’acqua manca davvero o mancano le infrastrutture, dalla
Palestina al Centro America. Un bicchiere d’acqua non lo si deve negare a
nessuno, la Regione e le
multinazionali dell’acqua la pensano diversamente.
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