Pisa – Il 3 ottobre sarà
ricordato come una delle pagine più nere che la città abbia vissuto. Fin dal
primo pomeriggio Polizia, vigili urbani e carabinieri hanno dato prova della
vera natura delle politiche sulla sicurezza cittadine. Il razzismo e la
xenofobia non sono più elemento caratterizzante di una sparuta minoranza di
neo-fascisti, ma ormai fanno parte del tessuto politico di questa città che
siede sui banchi del governo cittadino. Andiamo ai fatti.
Ore 15: la polizia interviene in
piazza Caterina e manda via i migranti che riposavano sulle panchine. Viene
detto loro di andar via, senza una reale motivazione. Qualcuno scappa per
paura, ma non vengono chiesti documenti. I poliziotti si avvicinano ai migranti
e svegliandoli con calcetti, viene intimato loro di andar via. In piazza non si
può sostare,riposare. Se la tua pelle è scura devi allontanarti. Un gruppo di
giovani si avvicina per capirne il perché: gli uomini in divisa iniziano a
telefonare ai superiori e dopo un po’ vanno via. I ragazzi “accompagnano” i
migranti su panchine più sicure. Va via la polizia ed arriva la digos. Da quel
momento la piazza viene presidiata da tre agenti della digos. Intorno alla
piazza, nel frattempo vigili urbani e poliziotti di quartiere fermano tutti i
migranti che sono in zona. Documenti ed allontanamento dal quartiere.
Ripuliscono la piazza per permettere ad un gruppo di neofascisti (azione
giovani, laboratorio 99 etc..) di inscenare una pseudo-manifestazione contro i “vu
cumprà”. Venti persone con trenta bandierine dell’Italia. Obiettivo dei
signorotti è quello di ripetere la indegna azione già fatta sotto il Duomo
quando aggirandosi fra le bancarelle chiedevano i documenti ai migranti. Ma
questa volta lo fanno in centro, a due passi da Borgo Largo.
Un gruppo di anitrazzisti,
allora, decide di contestare il presidio xenofobo messo in piedi da giovani
che si nascondono dietro il marchio di AN (cambiano il nome, forza nuova, casa pound, fiamma tricolore, laboratorio 99, azione giovani, ma alla fine le persone sono sempre le stesse), e arriva in piazza. Lancia slogan. La Questura si fa prendere
dal panico e cominciano le botte. Mentre un auto di neofascisti si allontana sgommando,
in piazza arriva correndo la celere. Al grido di “prendeteli” si lancia verso i
contestatori. Nei vicoli del centro si scatena la caccia all’antifascista. Schiaffi,
manganellate e gente trascinata. E questo senza che ve ne fosse motivo ( il
presidio dei destrorsi era ormai concluso). Alla fine gli agenti fermano un
giovane e lo portano in questura. Qui un centinaio di militanti antifascisti
rimane in presidio aspettandone la liberazione. Dopo un paio d’ore viene
rilasciato.
Questa è la conseguenza delle
scelte perpetrate dall’amministrazione cittadina che agisce da sceriffo e parla
un linguaggio ambiguo. Solo il giorno prima più di 300 persone avevano
partecipato ad un presidio sotto il comune contro il decreto anti-borsoni,
senza avere risposte. Le risposte sono arrivate ieri.
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Sabato ore 15.00, in Piazza Del Duomo
contro il razzismo.
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