Incendio a Putignano: per i rom solo paura mentre il Comune sta a guardare.

Le condizioni di vita nei campi rom continuano ad essere al limite della sopportazione. Mancano servizi e tutto ciò che renda una vita dignitosa. In questo contesto è maturato il 20 settembreun altro incendio, di grandi proporzioni nel campo di Putignano di Pisa. L’incendio sembra non essere di origine dolosa, ma sembra si sia innescato per cause accidentali.

Le famiglie presenti, dopo aver tentato di bloccare le fiamme, sono state costrette ad allontanarsi velocemente. Secondo le stime della Società della Salute sarebbero circa 200 le presenze al campo, tra cui 80 minori. Ciò conferma il fatto che sia necessaria una politica integrativa di tipo diverso. Non si può ricorrere a sgomberi e  abbattimenti di baracche senza varare un piano d’intervento d’emergenza sul territorio. E certo non sono le impronte digitali a definire sicurezza e vivibilità.

In questi mesi i progetti  messi in piedi dall’amministrazione locale vacillano sotto la pressione delle campagne mediatiche e della assurda persecuzione politica che trova nella comunità rom una facile preda.  Il progetto “città sottili” è messo a dura prova. Probabilmente non basta più a gestire la situazione , ma la strada che ha intrapreso l’amministrazione è quella di ridurre l’intervento  e portate avanti espulsioni dai percorsi immotivate.

Che fine faranno le famiglie  scappate dal rogo? Il Comune tace e continua  a mettere in discussione il progetto. Pretende di cambiare le regole senza dire come ed addossando responsabilità a coloro che in questi anni hanno lavorato sul campo. La  politica rimane un passo indietro mentre le emergenze non si fermano. Per quanto tempo ancora bisognerà intervenire sull’emergenze?

Il sindaco Filippelli (Fontaneschi) e la giovane assessora Settimelli non sanno che pesci prendere. Da dietro una scrivania è troppo difficile capire la situazione. E per i rom al momento non ci sono soluzioni. Perché non requisirei l grande patrimonio immobiliare sfitto da decenni in città? Almeno così ci sarebbero case per tutti: precari, disoccupati e studenti, migranti. Domande che nonavranno mai una risposta dall’amministrazione. Amen

 

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