ROMA – Continua la mobilitazione nelle università contro la riforma Gelmini. All’urlo di: "E ora provate a fermarci", gli studenti sono tornati in corteo contro i tagli imposti dalla Finanziaria. Scontri con la polizia a Milano: gli agenti hanno respinto l’assalto degli studenti armati di candelotti che volevano bloccare i treni delle Ferrovie Nord. Bloccata la stazione ferroviaria a Bologna. Oltre 40 mila in corteo a Firenze, mille in assemblea alla Statale. Lezioni in stada a Genova. "Classi ponte? No, classi ghetto". Critiche alle classi per immigrati anche da Famiglia Cristiana. In un editoriale che apparirà nel settimanale dei Paolini in edicola domani, è scritto: "Si dice classi ponte, si legge classi ghetto. Il problema dell’inserimento degli stranieri a scuola è reale, ma le risposte sono criptorazziste. Chi pensa a uno sviluppo separato in Italia, sappia che quel concetto in altra lingua si chiama apartheid, andata in scena in Sudafrica per molti anni". Mille alla Statale di Milano. Picchetti in molti atenei. Almeno un migliaio di studenti, dopo una lunga assemblea nell’aula magna dell’Università Statale di Milano, sono scesi in strada bloccando il traffico. Lo slogan ripetuto è: "La vostra crisi non la pagheremo noi". Minacciosa la dichiarazione degli studenti del Politecnico che per l’inaugurazione dell’anno accademico, il 3 novembre, alla presenza del ministro all’Istruzione, hanno annunciato "cose incontrollabili". Ferrovia bloccata. I ragazzi dei collettivi universitari hanno bloccato la stazione di Bologna. Dopo essere scesi in corteo per via Indipendenza, gli studenti sono entrati nella stazione ferroviaria e hanno occupato i primi tre binari. Al grido di "noi la crisi non la paghiamo", circa 600 ragazzi hanno bloccato per una decina di minuti il traffico ferroviario alzando striscioni, fumogeni e petardi. Poco prima, un centinaio di ragazzi avevano fatto irruzione nel Rettorato gridando "vergogna, vergogna", e rumoreggiando con tamburi e fischietti. Cortei e assemblee. Oltre 40 mila per la questura, almeno il doppio per gli organizzatori, manifestano in centro a Firenze. "L’università pubblica non si tocca, la difenderemo con la lotta", scandiscono i manifestanti in corteo. Non sono mancati insulti al ministro della pubblica istruzione Gelmini. Corteo anche a Napoli: in mille sfilano per le strade della città. In testa, uno striscione con la scritta: "Fuori Confindustria da scuole e università". Studenti da Napolitano. Una delegazione di studenti ha incontrato nello studio del Rettore dell’università La Sapienza di Roma il presidente della Repubblica. A nome di studenti, dottorandi e precari della ricerca, hanno consegnato a Giorgio Napolitano una lettera nella quale chiedono al presidente di "prendere posizione, affinchè il carattere pubblico della formazione non venga definitivamente dismesso". Lezioni in strada a Genova. Assemblea anche nelle università di Cagliari, all’Aquila, a Parma, Pavia e Perugia. A Palermo, dopo il corteo di ieri di 15.000 studenti, una nuova manifestazione si snoderà attraverso le strade della città a conclusione delle assemblee organizzate in tutte le 12 facoltà. Il rettore Giuseppe Silvestri ha annunciato la sua presenza al corteo. Lezioni di Lettere in strada a Genova; assemblea alla facoltà di Lingue straniere. (Repubblica)
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