Come è ormai noto, sono mesi che la città di Pisa assiste, probabilmente sulla scia di un trend nazionale, ad una escalation di atti vandalici, se non veri e propri attentati, ai danni di associazioni, centri sociali e spazi liberati vari che si distinguono per il loro impegno sociale. In un clima come questo, a tante persone è parso intollerabile che venisse concessa una piazza pubblica ad una sigla che nonostante indossi una veste istituzionale non fa mistero del proprio credo neofascista, non si vergogna di adottare il saluto romano e la croce celtica.
Il primo tentativo fatto dagli antifascisti è stato dunque rivolgersi al sindaco, chiedendo la revoca dell’autorizzazione per il presidio fascista. Il primo cittadino si è risolutamente negato ad ogni confronto diretto, concedendo una telefonata durante la quale ha negato la propria disponibilità anche solo a parlare della faccenda. Evidentemente Filippeschi è troppo impegnato a lottare contro il problema dei venditori abusivi, che sembrano costituire una grave minaccia per l’ordine pubblico. È di oggi un articolo, che si è addirittura guadagnato la civetta del Tirreno, che racconta di come il Sindaco, accompagnato dal segretario della Confesercenti Sbrana, si sia recato al mercato ed abbia constatato la scandalosa presenza di ottanta venditori ambulanti. A fronte dell’inaudito pericolo rappresentato da queste persone il Sindaco ringrazia Maroni per i maggiori poteri concessi ai primi cittadini, poteri che gli permettono di schierare i propri vigili contro questo scandaloso fenomeno, ma lamenta il fatto che alle parole non sono seguiti i fatti: Maroni ha permesso sì di usare più forze dell’ordine per gli scopi più fantasiosi, ma non ha garantito i soldi per farlo. La speranza perciò, è che Pisa venga considerata “una priorità nelle questioni sicurezza”, e che arrivino più soldi per poter costituire una task force contro il commercio abusivo. Strano. Non ci risulta che i venditori abusivi lancino bombe nei centri sociali, chiudano a chiave le persone dentro gli spazi liberati, imbrattino con celtiche e svastiche facciate e giardini di circoli e associazioni, e non ci risulta neppure che tentino di dare fuoco alle sedi di partiti politici. Ci risulta invece che svastiche, celtiche, attacchi notturni alle sedi della sinistra pisana siano farina del sacco della destra estrema e forse di quella apparentemente meno estrema. Ma evidentemente il sindaco e le sue task force la pensano in modo diverso. Fortunatamente un’ampia parte della cittadinanza la pensa invece così, e vista la sordità delle istituzioni ad ogni sua richiesta ha deciso di dar vita ad un presidio che, iniziato alle 12, è proseguito fino alle 17.
Intanto, in seguito alla revoca per motivi di ordine pubblico da parte delle forze dell’ordine del permesso di manifestare in piazza del Carmine, pare che gruppi di estrema destra provenienti da fuori città si siano radunati nei pressi del parcheggio di via Pietrasantina dove, tra un “me ne frego” e un “boia chi molla” urlati contro il nulla, abbiano tentato, invano, di forzare il cordone di forze dell’ordine che impediva loro di avvicinarsi al centro della città. Alla fine, nonostante i cori, pare che abbiano mollato e che si siano diretti, scortati da un massiccio spiegamento di forze di polizia, verso l’autostrada.
Ancora una volta una manifestazione spontanea ha impedito che i fascisti della Destra si avvicinassero al centro di Pisa. Tuttavia la sorda ostilità da parte del Comune alle richieste degli antifascisti mostrano come, al di là di uno sbandierato antifascismo utile a coprire provvedimenti che di antifascista hanno ben poco (e vengono infatti applauditi da sigle come Forza Nuova), l’antifascismo sia un valore che vive di pratica e di impegno costanti. Un valore che, perché non si riduca ad una vuota parola, deve essere portato avanti ogni giorno, deve essere messo in pratica e reso vivo. Oggi, ancora una volta, è successo.
Un’avvisaglia si era già registrata nei giorni immediatamente precedenti a Natale, quando ad un gruppetto della destra neofascista era stato consentito di stare in piazza col pretesto di una raccolta di firme per la difesa dei beni comuni, battaglia propria delle associazioni, dei collettivi, delle forza sindacali e politiche della sinistra antifascista. .
La notizia dell’arrivo di squadracce fasciste è stata minimizzata dal Sindaco, che ha vergognosamente accusato i democratici, mobilitati contro la calata dei fascisti, di impedire lo svolgimento di manifestazioni democratiche. Le parole di Filippeschi sono ingiustificate e sottovalutano il clima di intimidazione che varie associazioni, movimenti, centri sociali e partiti comunisti hanno subìto negli ultimi mesi.
Il vero problema di ordine pubblico è stato oggi l’arrivo nella nostra città di 80 neofascisti che al grido di ‘boia chi molla’ e saluti romani, armati di spranghe e catene, hanno mostrato quanto già antidemocratico, xenofobo e razzista sia il loro agire politico.
Grazie a questo presidio democratico unitario si è impedito che il centro si Pisa si trasformasse in un teatro di apologia di fascismo.
Noi continueremo a vigilare e chiediamo che anche le forze politiche, istituzionali e quelle deputate alla tutela dell’ordine pubblico facciano la loro parte, vigilando contro ogni recrudescenza di violenza fascista.
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