Aggressione fascista a Prato: qualche riflessione

Ieri a Prato due naziskin hanno aggrdito, colpendolo al volto con un moschettone, un ragazzo che si trovava all’interno della sede di Rifondazione comunista. L’episodio, purtroppo, non ha niente di strano e niente di nuovo: sono mesi che dalle pagine di questo blog denunciamo gli attacchi di chiara matrice fascista rivolti contro partiti politici, movimenti, centri sociali e militanti di sinistra. A Roma in diversi casi questi attacchi si sono configurati come veri e propri accoltellamenti.
 
Prima di tutto vogliamo perciò documentare questo ennesimo caso di attacco fascista. Oltre a ciò vorremmo però approfittare di questo episodio per fare una breve riflessione su quanto accaduto a Pisa sabato, quando un presidio antifascista ha impedito lo svolgimento in pieno centro cittadino di una manifestazione nazionale della Destra. Ancora oggi i giornali cittadini riportano lettere di persone indignate per l’accaduto: forze che si definiscono antifasciste hanno privato un regolare partito politico della sacrosanta libertà di esprimersi.
 
Ma dove sta la tolleranza di cui tanto parlano? Se fanno così sono tutti uguali! Facciamo un passo indietro, perché la differenza c’è. La Destra, così come Forza Nuova, la Lega, e compagnia bella, hanno sicuramente il diritto di cercare i presupposti del proprio credo politico nei periodi più bui della nostra storia; hanno sicuramente il diritto di teorizzare l’odio razziale, la discriminazione di chi viene da un altro paese, di chi appartiene ad un’altra cultura, di chi dà al concetto di famiglia un significato diverso rispetto a quello della Chiesa cattolica; forse hanno un po’ meno il diritto di aggredire a sprangate gli studenti che manifestano contro la Gelmini, o di attaccare di notte a suon di bombe carta chi la pensa diversamente da loro ma, soprattutto, chi invece crede nell’uguaglianza, non nel senso che tutti sono uguali, ma nel senso che tutti sono diversi, chi crede che questa diversità sia una ricchezza e non un problema, ha il diritto di opporsi.
 
Ha il diritto di lottare affinchè chi abbraccia un credo intrinsecamente contrario alla libertà personale e collettiva non abbia modo di metterlo in pratica, non abbia il tempo e la possibilità di rafforzarsi a tal punto da poter mostrare chiaramente, esplicitamente, il proprio volto più minaccioso. Non è un caso se a Pisa raramente, purtroppo sempre meno raramente, si verificano agguati a militanti di sinistra, accoltellamenti, incendi di sedi politiche. È il frutto dell’impegno di tante persone che quotidianamente si battono per garantire a tutti la libertà di convivere pacificamente ed esprimersi. A tutti tranne a chi si batte per revocarla, questa libertà.

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