Comunicato dell’Osservatorio sul fascismo sui fatti del 10 gennaio

A partiti, sindacati, associazioni promotrici della giornata antifascista del 10 gennaio 2009

Francesco Storace, capo del raggruppamento fascista “La Destra”, s’è arrabbiato di brutto con questore e prefetto di Pisa, “rei” di avere impedito sabato 10 gennaio la marcia sulla città, che un centinaio di suoi squadristi, picchiatori e mazzieri, venuti da diverse parti d’Italia, intendevano usare come spedizione punitiva contro il tessuto democratico pisano e la rete associativa di base in cui esso si articola. Ogni giorno bande neo-fasciste e nazi-fasciste, con la complicità, a vari livelli, di Lega Nord e PdL (cioè, AN e Forza Italia), operano in molte città con aggressioni e accoltellamenti di giovani di sinistra, studenti del movimento, migranti e con incendi e danneggiamenti di sedi di sinistra. L’obiettivo è di dare il colpo di grazia, anche attraverso la cancellazione dei diritti democratici e degli spazi di libertà, al bisogno di inversione della rotta catastrofica, con cui questo Governo (che funziona da sponda politica per Storace&Camerati) sta imperversando per condannare lavoratori e disoccupati alla miseria e precarietà lavorativa, a condizioni di lavoro sempre più pericolose per la salute, e per aggravare il regime da caserma nei posti di lavoro, dove già è ampiamente in funzione. E non si fanno scrupolo, quei raggruppamenti, di utilizzare nella loro propaganda argomenti di tipo sociale, tuonando contro le tariffe dell’acqua, i canoni di affitto, gli sfratti degli inquilini più poveri, la privatizzazione di beni comuni (come l’acqua), ormai in corso da anni per effetto di scelte politiche antipopolari, ma bene accolte da imprenditori vecchi e nuovi, compiute da Governi e Amministrazioni locali, sia di destra che di cosiddetto centro-sinistra. Una propaganda vergognosa e ipocrita, finalizzata a ingannare, per confondere la comprensione dei problemi reali e impedire la costruzione di percorsi sociali con cui poterli risolvere. Tanto vergognosa e ipocrita, che a esserne protagonista è uno come Storace, che per 5 anni, da presidente della Regione Lazio, ha provocato un buco di miliardi di euro nella sanità, privatizzandone varie attività con appalti concessi a società di camerati, come quella dell’allora moglie di Fini (presidente di AN e oggi della Camera dei deputati). Appalti finiti sotto indagine giudiziaria. Uno Storace, così in armonia con Berlusconi, da essere accolto, dopo le sue imprese regionali, nel Governo come ministro della sanità! Ma “l’uomo della sanità” non se la prende solo con questore e prefetto, di cui chiede le dimissioni (non le chiede invece per il sindaco, visto che egli non aveva trovato niente da ridire sulla sua spedizione e solo a mezzo stampa si è messo a fare il “democratico” il giorno dopo!), ma sbraita anche contro i “teppisti d’estrema sinistra” e gli “straccioni rossi”, che gli hanno rotto le uova nel paniere, prima rivolgendosi a questore e prefetto perché fosse garantita la sicurezza democratica dei cittadini e poi occupando in centinaia dalle 12 alle 18 piazza del Carmine, dove il “camerata dei camerati” aveva progettato di inviare i suoi squadristi in equipaggiamento d’assalto. E minaccia: “La battaglia continua. Non molliamo e a Pisa ci torniamo tutti insieme”! Noi dobbiamo lavorare perché questo non succeda, informando e mobilitando i cittadini per la salvaguardia della democrazia e coinvolgendo le istituzioni preposte a questa salvaguardia, compresa l’istituzione comunale, rivelatasi così refrattaria a farsi carico dei suoi doveri. Senza questa mobilitazione, c’è poco da stare tranquilli, perché quest’Italia è percorsa dalle politiche efferate che sono ogni giorno sotto i nostri occhi, comprese le iniziative più recenti. Come l’incursione telematica di tipo nazista nel sito internet di S. Anna di Stazzema (strage di 560 civili, compiuta da tedeschi e fascisti nell’agosto 1944), deturpato con scritte e inni d’hitleriana memoria. O come la proposta di legge di un parlamentare di Forza Italia per attribuire onorificenze ai miliziani della Repubblica sociale italiana, che tra il ‘43 e il ‘45 collaborò coi nazisti nella fucilazione di partigiani e negli eccidi della popolazione innocente: a S. Anna di Stazzema, a Marzabotto … Motivi in più per organizzarsi, anche per fare uscire per sempre questi criminali dalla storia.

 

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