Pisa, 3-12-08. Nella sala del consiglio del palazzo della Provincia si è svolta oggi la presentazione del Dossier statistico immigrazione 2008 stilato dalla Caritas e dall’associazione Migrantes. Oltre a Luca Di Sciullo, e Francesco Paletti, tra i redattori del dossier, e a Don Emanuele Morelli, direttore della Caritas diocesana di Pisa, sono presenti l’assessora provinciale alle politiche sociali Manola Guazzini e il sindaco di Pisa Marco Filippeschi. La presenza di Filippeschi, il sindaco dell’ordinanza antiborsoni, dell’ordinanza che porta allo sgombero dei campi rom e di quella “anti mendicanza molesta”, il sindaco che si è puntualmente negato ad ogni confronto con il movimento spontaneo nato per protestare contro politiche palesemente discriminatorie, non poteva certo passare inosservata. E così infatti non è stato.
Quando la sala in cui il convegno si sarebbe dovuto svolgere era ancora deserta, arrivano una cinquantina di persone: la maggior parte sono senegalesi, ma ci sono anche rumeni, rom, e un bel po’ di italiani. Si tratta dell’Assemblea Antirazzista di Pisa, che è arrivata con l’intento di sottoporre al sindaco, al di là delle cifre e delle statitistiche, quella che è la reale situazione di tante persone contro cui la sua giunta si sta accanendo. I ragazzi si accomodano ordinatamente in una sala che, esclusa la loro presenza, sarebbe deserta, e iniziano ad attendere. La presenza del sindaco non è infatti per niente scontata. Dopo un po’ invece Filippeschi arriva, e il convegno ha inizio. Subito viene srotolato uno striscione su cui campeggia la scritta “Non c’è sicurezza senza diritti”, e dopo la breve introduzione della Guazzini prende la parola il sindaco. Il suo intervento è un capolavoro di vuota retorica, concepito come un insieme di frasi fatte legata l’una all’altra da parole quali integrazione, cittadinanza, convivenza. Parole che suonano stonate se pronunciate da chi nella pratica le sta svuotando di senso, mettendo in discussione la tradizione di tolleranza propria della città di Pisa. I presenti ascoltano silenziosi, in attesa di poter intervenire a loro volta. Dopo il sindaco interviene Di Sciullo, che si dice meravigliato della forte presenza migrante al convegno. L’affermazione, fatta in buona fede, provoca brusii e sorrisi tra i presenti. Basterebbe infatti che i migranti venissero invitati a questo genere di incontri se effettivamente si auspicasse la loro presenza. Finito l’intervento, l’Assemblea Antirazzista chiede la parola, ed è a questo punto che ancora una volta Filippeschi ha mostrato il suo vero volto: messe da parte la tolleranza e l’integrazione, il sindaco nega la parola ai presenti. Il loro intervento potrà svolgersi al limite dopo tutti quelli degli altri. I ragazzi senegalesi fanno presente che devono tornare a lavoro. Hanno già fatto un grosso sforzo per poter partecipare al convegno, ma devono proprio andar via. Chiedono perciò di avere cinque minuti di tempo per poter parlare, ma il sindaco è inamovibile. L’ordine degli interventi è scritto, non c’è spazio per gli intrusi se non in coda. A questo punto i presenti si alzano e se ne vanno, registrando per l’ennesima volta l’impossibilità di stabilire un dialogo con chi dice di lavorare all’integrazione ma non invita i migranti ad una conferenza in cui si parla di loro e nega loro cinque minuti di tempo per parlare.
Mentre l’Assemblea Antirazzista abbandonava la sala, Filippeschi, affacciandosi alla porta si è detto dispiaciuto dell’accaduto perché lui è sempre disponibile al confronto. Sarà, ma ancora questo confronto non lo abbiamo visto.
Quando la sala in cui il convegno si sarebbe dovuto svolgere era ancora deserta, arrivano una cinquantina di persone: la maggior parte sono senegalesi, ma ci sono anche rumeni, rom, e un bel po’ di italiani. Si tratta dell’Assemblea Antirazzista di Pisa, che è arrivata con l’intento di sottoporre al sindaco, al di là delle cifre e delle statitistiche, quella che è la reale situazione di tante persone contro cui la sua giunta si sta accanendo. I ragazzi si accomodano ordinatamente in una sala che, esclusa la loro presenza, sarebbe deserta, e iniziano ad attendere. La presenza del sindaco non è infatti per niente scontata. Dopo un po’ invece Filippeschi arriva, e il convegno ha inizio. Subito viene srotolato uno striscione su cui campeggia la scritta “Non c’è sicurezza senza diritti”, e dopo la breve introduzione della Guazzini prende la parola il sindaco. Il suo intervento è un capolavoro di vuota retorica, concepito come un insieme di frasi fatte legata l’una all’altra da parole quali integrazione, cittadinanza, convivenza. Parole che suonano stonate se pronunciate da chi nella pratica le sta svuotando di senso, mettendo in discussione la tradizione di tolleranza propria della città di Pisa. I presenti ascoltano silenziosi, in attesa di poter intervenire a loro volta. Dopo il sindaco interviene Di Sciullo, che si dice meravigliato della forte presenza migrante al convegno. L’affermazione, fatta in buona fede, provoca brusii e sorrisi tra i presenti. Basterebbe infatti che i migranti venissero invitati a questo genere di incontri se effettivamente si auspicasse la loro presenza. Finito l’intervento, l’Assemblea Antirazzista chiede la parola, ed è a questo punto che ancora una volta Filippeschi ha mostrato il suo vero volto: messe da parte la tolleranza e l’integrazione, il sindaco nega la parola ai presenti. Il loro intervento potrà svolgersi al limite dopo tutti quelli degli altri. I ragazzi senegalesi fanno presente che devono tornare a lavoro. Hanno già fatto un grosso sforzo per poter partecipare al convegno, ma devono proprio andar via. Chiedono perciò di avere cinque minuti di tempo per poter parlare, ma il sindaco è inamovibile. L’ordine degli interventi è scritto, non c’è spazio per gli intrusi se non in coda. A questo punto i presenti si alzano e se ne vanno, registrando per l’ennesima volta l’impossibilità di stabilire un dialogo con chi dice di lavorare all’integrazione ma non invita i migranti ad una conferenza in cui si parla di loro e nega loro cinque minuti di tempo per parlare.
Mentre l’Assemblea Antirazzista abbandonava la sala, Filippeschi, affacciandosi alla porta si è detto dispiaciuto dell’accaduto perché lui è sempre disponibile al confronto. Sarà, ma ancora questo confronto non lo abbiamo visto.
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