La città antirazzista si ribella: Più di 300 persone al presidio contro l’ordinanza anti-borsoni

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Pisa – Dopo le polemiche di questi giorni, Piazza Manin è tornata a riempirsi di migranti, studenti e cittadini, per protestare contro l’ordinanza anti-borsoni, voluta da Filippeschi. Più di 300 persone si sono riunite in presidio sotto la Torre pendente per chiedere diritti, lavoro, dignità. Dopo diversi interventi di collettivi, associazioni, comunità, partiti politici, il presidio ha attraversato piazza dei Miracoli avvolgendola con una catena umana lunghissima che ha sfilato fin sotto la torre. Le forze dell’ordine hanno controllato a distanza, ed avevano il grosso delle loro "truppe" lontano da occhi indiscreti.

Il presidio si è concluso con un momento di preghiera.

Il dato che emerge con forza è la capacità di mobilitazione della assemblea antirazzista che ancora una volta è stata capace di portare in piazza centinaia di persone. Viste le tensioni e le paure delle varie comunità, che temono ritorsioni dall’eccessiva esposizione, la giornata di oggi rappresenta un momento importante di riappropriazione di un luogo simbolo della città.

La politica di palazzo ora terrà conto delle ragioni dei manifestanti? In questi mesi ha tentato di minimizzare, dividere e delegittimare le componenti più attive del movimento. La demonizzazione dei promotori da parte delle istituzioni non ha sortito però alcun effetto.

La città si deve interrogare sulle politiche securitarie di quest’amministrazione: non si può accettare l’idea di prendersela con migranti, studenti, prostitute con interventi legislativi che tendono alla creazione di un fortino, chiuso all’esterno ed alle diversità. Un politica dell’emarginazione e della repressione, basata su un uso sconsiderato di forze dell’ordine, e che taglia i fondi al sociale nel campo della prevenzione e della riduzione del danno. Le multe allontanano il problema ma non lo risolvono.

La piazza di oggi chideva diritti. Diritto al lavoro, diritto alla casa, diritto a vivere. Il Comune deve rispondere politicamente e non ridursi a poche iniziative di facciata. Deve rispetto a chi in questi mesi sta facendo una battaglia di dignità per persone che in questo paese lavorano e cercano di emanciparsi dalla povertà dei loro paesi di origine.

C. Muraglione